Una scoperta casuale, durante alcuni di riparazione dell’impianto elettrico, ora rischia di trasformarsi in una vera e propria spy story con tanto di indagini della Procura di Lecce che vuole fare luce sulle cimici trovate al Comune di Otranto. I dispositivi di intercettazione erano stati piazzati all’interno dell’ufficio del Sindaco (e anche nel suo studio privato) e del tecnico comunale. Chi abbia installato miscrospie e le microcamere resta un mistero. Così come il perché.
La ‘scoperta’ non poteva che destare amarezza e sconcerto non solo nel primo cittadino Pierpaolo Cariddi, ma anche nei dipendenti dell’amministrazione otrantina. Così, per ridare serenità il Sindaco aveva pensato di commissionare una bonifica dell’ambiente, informandosi sui costi che l’intervento avrebbe comportato per le casse comunali.
Bene, per ‘ripulire’ solo parte del Palazzo di Città sono necessari circa 10mila euro, non certamente poco. Per questo si è deciso di seguire un’altra strada: quella di lasciare tutto così come sta.
«Partendo dalla convinzione che la nostra attività di amministratori e quella dei dipendenti comunali sia stata sempre condotta nella correttezza e trasparenza, dopo un consulto con gli stessi, abbiamo ritenuto opportuno non spendere tali soldi pubblici per la bonifica, a meno che ci verrà richiesto da parte degli organi inquirenti cui abbiamo esposto denuncia».
«Ho l’onore di guidare una comunità sana, operosa, che ha dimostrato sempre di saper condurre uno sviluppo del territorio nel rispetto della legalità e dei valori di questa terra. Tutti insieme – conclude il Sindaco Cariddi – continueremo a lavorare con tanta energia come abbiamo sempre fatto per creare opportunità nella nostra città, assumendoci la piena responsabilità delle nostre azioni».
Le indagini continuano
Rispondere alle tante domande nate dopo la scoperta sarà compito della Procura che ha aperto un’inchiesta per Intercettazioni illecite, interferenza nella vita privata e spionaggio di notizie di cui era vietata la divulgazione. Queste, infatti, sono le ipotesi di reato scritte nero su bianco nel fascicolo del pubblico ministero Maria Rosaria Micucci. Si tratta di un atto dovuto, ma necessario per fare luce sperando che non resti un mistero, come accaduto al comune di Porto Cesareo che fa da precedente.
