Stefano-Emiliano, è¨ guerra a colpi di tweet. Si infiammano le primarie del centrosinistra

In un pomeriggio di inizio settembre parte senza esclusione di colpi la corsa alla Presidenza della Regione Puglia nello schieramento del centrosinistra. Cinguettii al vetriolo tra i due contendenti che non se le mandano certo a dire

Michele Emiliano: « quando per tentare di fare politica si devono immaginare complotti calunniando qualcuno, si è già alla frutta
 
Dario Stefano «la frutta è un alimento che amo, soprattutto se pugliese. I complotti li lascio pensare ad altri»
 
Michele Emiliano «la doppia morale è sempre stata il peggiore difetto della sinistra»
 
Dario Stefano «hai la possibilità di dare il buon esempio. Censura e sconfessa accordi fatti a Brindisi e Taranto con Forza Italia»
 
Michele Emiliano «insisti in modo scorretto a parlare di accordi con FI. Abbiamo accordi solo con voi di Sel sperando che li rispettiate»
 
Dario Stefano «ne parlano tutti i giornali, non io. Se smentisci siamo tutti più contenti»
 
Michele Emiliano «non si smentisce una cosa che non esiste e di cui parli tu con malizia visto che siamo nella stessa coalizione»
 
Dario Stefano «nessuna malizia solo necessità di chiarezza su accordi con Forza Italia, a Taranto e Brindisi ma forse non solo
 
Michele Emiliano «sei entrato in giunta regionale su indicazione di Pierferdinando Casini per ammorbidire i Consiglieri Regionali Udc verso Vendola? Ma da noi mai polemiche»
 
Dario Stefano «questa è certamente una falsità. Io sempre nel centro sinistra. Forse le indicazioni UDC le hai avute tu a Bari
 
Michele Emiliano «vuoi negare tua vicinanza politica Casini quando Vendola ti chiamò in giunta? Hai dimenticato? La verità emerge sempre».
 
Dario Stefano «relazioni personali sono altra cosa da vicinanza politica. Parliamo di cosa sta accadendo oggi. Non sfuggiamo
 
Michele Emiliano «rasserenati a fai la tua partita con onestà e correttezza verso chi si comporta sempre lealmente con te e Vendola!
 
Dario Stefano «sono sempre stato e sono sereno. Ma parlo di politica non di gossip. E sai anche bene che sono corretto e leale»
 
Michele Emiliano «è una vita che sgobbo e sudo per i pugliesi e per il centrosinistra e non puoi essere tu a darmi lezioni di coerenza»
 
Ci vorranno grandi dosi di diplomazia per ricucire lo strappo che si è venuto a creare nella giornata di oggi tra Dario Stefano e Michele Emiliano, i due candidati alle primarie del centrosinistra per la scelta del nome che dovrà correre alla Presidenza della regione nelle prossime elezioni del 2015. Il dopo Vendola si preannuncia infuocato, almeno a leggere i tweet dei due competitor. È ovvio che lo spirito delle primarie non può essere certo quello che emerge dai cinguettii al vetriolo tra i due, ma è anche vero che il rischio di tali competizioni risiede proprio in questo: più che concentrarsi contro il comun nemico che si dovrà affrontare, si sprecano tutte le risorse e le energie in una guerra interna che fa arrivare divisi all’appuntamento che conta.
 
Aveva cominciato ieri il senatore Stefano a criticare l’ex primo cittadino di Bari per gli accordi trasversali tra Partito Democratico e Forza Italia, a Brindisi e Taranto, in vista delle prossime provinciali di metà ottobre. Emiliano ha ingoiato il rospo finché ha potuto ma all’accusa di trasformismo è sbottato: «Parli proprio tu di trasformismo che sei stato messo in giunta alla Regione da Casini per la buona predisposizione dell’Udc a Vendola»

All’esponente di Sel la frase non è proprio andata giù e ha chiesto chiarimenti: « Ti ricordo che sono dal 2005 nella coalizione che governa la Puglia. Prima da consigliere, poi da assessore. Sono stato rieletto nel 2010 in una lista civica promossa da me in appoggio a Vendola. Mi sono candidato da indipendente con SEL alle politiche nell'alleanza Italia Bene Comune.  Di "occulto e trasversale" – come scrivi – nella mia storia personale e biografia politica non c’è nulla. Tutto, sempre, s'è consumato alla luce del sole. E chiedendo il conforto delle mie scelte agli elettori.  Io ho posto una questione politica generale. E tu mi rispondi con gli insulti personali. Forse non ti rendi conto: quelle parole non offendono solo me, ma i miei sostenitori, il partito che mi ha voluto capolista in Puglia, la giunta di cui ho fatto parte insieme a diversi colleghi del "tuo PD", Nichi Vendola che mi propose di diventare suo assessore».



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