Stefàno, ‘Gli 80 euro in busta paga costeranno almeno 400milioni agli imprenditori agricoli’

Il Parlamentare leccese ritiene che l’incentivo promesso dall’Esecutivo Renzi comporterà per l’agricoltura un aggravio economico di diverse centinaia di milioni di euro

Interviene il Senatore di Sinistra Ecologia e Libertà sul DL Irpef: “Per il Governo l'agricoltura serve a far cassa per assicurare la copertura alle promesse sbandierate”  

80 euro sì; 80 euro no? Boccata di ossigeno per tante famiglie italiane o semplice mossa pre-elettorale. Ci sono le coperture o quest’ultime mancano?

Il DL Irpef grazie al quale tanti lavoratori dipendenti italiani riceveranno, alla fine di questo mese, un bonus di 80 euro in busta paga è, certamente, l’argomento che più ha fatto parlare in questi ultimi mesi.
La critica si è sempre più divisa di giorno in giorno fra chi è fermamente convinto che le coperture non manchino (tra loro il Premier Renzi ed il Ministro Padoan), chi qualche interrogativo lo pone (i tecnici del Senato e chi, infine, ritiene che sì l’incentivo verrà erogato, ma che al tempo stesso comporterò un aggravio economico per alcune categorie.

Tra questi ultimi il senatore leccese di Sinistra Elogia e Libertà, Dario Stefàno "Per  la  copertura  del  bonus  di 80 euro il Governo ricorre a misure che impattano  negativamente  e  in  maniera  pesante sulla nostra agricoltura, determinando  un  aggravio per gli imprenditori agricoli pari ad almeno 400 milioni  di euro", afferma il rappresentante della Camera Alta.

"Si  assiste  ad  un  inasprimento  fiscale per l'agricoltura attraverso la reintroduzione di fatto dell'IMU sui terreni agricoli collinari e montani e ad  una  modifica  in  peggio  del trattamento fiscale per la produzione di energie  rinnovabili  legate  all'agricoltura. Il rischio che si corre è di compromettere definitivamente il  già delicato  equilibrio economico-finanziario delle nostre imprese.

L'aumento  della  tassazione  sui  terreni  collinari e montani interviene pesantemente  sul  regime  fiscale  applicabile nelle aree interne che sono quelle  più  vulnerabili,  caratterizzate  da bassi indici di redditività e maggiormente  soggette  ai  fenomeni  di abbandono  e  spopolamento,  dove l'agricoltore  svolge  quell'importante funzione  che  quasi mai gli viene riconosciuta  di  manutentore  del territorio.  Il buon senso suggerirebbe interventi   di   sostegno   all'agricoltura   montana   e   non   già   di penalizzazione.

Anche per il Governo Renzi – conclude Stefàno – l'agricoltura serve a far cassa per assicurare la copertura alle promesse sbandierate: è una guerra tra poveri, si toglie ad alcuni per dare ad altri. Ma non può essere chiamata l'agricoltura ancora una volta a pagare”