Tagli alla Sanità. Salvi, per ora, i reparti di ostetricia di Gallipoli e Casarano

La decisione arriva oggi da Bari. Ma occorre trovare una soluzione alla luce delle disposizioni governative che impongono la chiusura dei Reparti. Il commento di Salvatore Negro e Loredana Capone.

Lo sappiamo tutti. I piani di riordino ospedaliero hanno creato innumerevoli disagi sul territorio, nell’ottica, da parte delle Istituzioni, del risparmio sulla spesa sanitaria. Il tutto a scapito dei cittadini, soprattutto di coloro che, come i salentini, si trovano in un territorio vasto, dove molte strutture ospedaliere erano chiamate a servire un bacino di utenza molto ampio.
E ci si trova, così, a raggiungere ospedali lontani da casa, anche se difficilmente raggiungibili.
In provincia di Lecce prima del Piano di Riordino del 2002 – con Raffaele Fitto presidente di Regione – vi erano in funzione i nosocomi di Lecce, Campi Salentina, S. Cesario, Copertino, Nardò, Galatina, Maglie, Scorrano, Poggiardo, Gallipoli, Casarano, Tricase. In  molti casi vi era una sovrapposizione di territorio assolutamente inutile.
Nel 2002 vennero individuati i cd ospedali di interesse chirurgico mentre gli altri ospedali vennero declassati come “lungodegenza” o per ambulatori e servizi vari. Poi è arrivato il Piano del 2010 – con Nichi Vendola governatore di Puglia. E giù con altri tagli di reparti e di posti letto, tra le “vittime” soprattutto l’ospedale di Nardò che è stato ulteriormente depotenziato o l’ospedale di Maglie.

A far gridare allo scandalo, in particolare, è stata la chiusura di tanti reparti di ostetricia, costringendo le donne a viaggi della speranza per far nascere il proprio figlio, con ogni disagio che ciò comporta e sovraffollando, con tutte le conseguenze del caso, gli ospedali che sono rimasti tra i fari della Sanità salentina. A scuotere le coscienze, ad esempio, è stata l’imminente chiusura del Reparto di Ostetricia all’interno dell’ospedale Sacro Cuore di Gallipoli, che, come quelli di Nardò e Casarano, viene ulteriormente depotenziato.
Eppure dopo tante cattive notizie, oggi ne arriva una buona. L’assessore  alla Sanità Elena Gentile ha deciso di bloccare temporaneamente la chiusura dei punti nascita di Gallipoli e Casarano. Una decisione temporanea, certo,  dato che esistono degli obblighi governativi di chiusura di alcuni reparti.

Ad intervenire sulla questione il presidente del Gruppo regionale Udc, Salvatore Negro, che nei giorni scorsi si era schierato contro la chiusura dei reparti di ostetricia e ginecologia di Gallipoli e Casarano, associandosi alle proteste dei sindaci e dei cittadini contro la decisione da parte della Regione Puglia di accelerare la soppressione di questi reparti ospedalieri.
“Giudichiamo positivamente la scelta dell’assessore regionale alla Sanità – ha sottolineato il capogruppo Udc – Siamo stati tra i primi a mettere in evidenza e a condividere le preoccupazioni di migliaia di cittadini che rischiano di vedersi privati di servizi considerati essenziali e primari, come quello del reparto di ostetricia, la cui soppressione nelle strutture ospedaliere di Casarano e Gallipoli, lascerebbe scoperta una vasta area che raggruppa numerosi Comuni dell’area ionica salentina, tra l’altro meta anche di migliaia di turisti nel periodo estivo. Non si può ignorare, infatti, che il punto nascita di Gallipoli e Casarano coinvolge un comprensorio di 200mila abitanti ed è raggiungibile facilmente da molti Comuni in 15-20 minuti. La soppressione provocherebbe gravi disagi e rischi per le partorienti di Comuni come Alliste, Racale e Taviano, le quali per raggiungere il punto nascita più vicino, Tricase o Copertino, dovranno percorrere un tratto di strada che dista almeno 45-60 minuti nelle condizioni di traffico più favorevoli. La decisione di bloccare tale chiusura, anche se temporaneamente, fa tirare ora un sospiro di sollievo alle popolazioni locali e agli amministratori di quei territorio – ha concluso il presidente Negro – Auspichiamo che si possa giungere a breve ad una scelta definitiva che tuteli i diritti delle donne a partorire in un posto sicuro e non si voglia più tornare indietro di qualche decennio, privando i cittadini di servizi essenziali ed indispensabili”.

"Colgo con molto piacere la decisione dell’assessore della Sanità di rivalutare e di rimodulare la riorganizzazione contenuta nel Piano di riordino ospedaliero – scrive l'assessore Loredana Capone – Sono fiduciosa che possono essere accolte le aspettative di tante donne e famiglie che chiedono servizi più efficienti e di prossimità. Non è un generico allarme infatti, ma una concreta esigenza di attenzione quella palesata dalle comunità di Gallipoli e Casarano. A Gallipoli peraltro l’ospedale sta completando il reparto di rianimazione, che con il Presidente Vendola e l’assessora Gentile, qualche mese fa abbiamo presentato alla cittadinanza. Nei mesi scorsi abbiamo ascoltato l’allarme lanciato nelle assemblee anche dalle comunità vicine di Alliste, Racale e Taviano, che hanno correttamente lamentato la distanza rispetto agli altri punti nascita in caso di chiusura di Gallipoli e Casarano. Occorre dunque attenzione maggiore ai servizi per la salute alle comunità locali, un’attenzione di cui il territorio ha oggettivamente bisogno e che nella fascia ionica rischiava di depauperarsi".



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