Tap. Caterina Vitiello: ‘Il tema dell’energia, non può esaurirsi in un sì o no al gasdotto’

‘Il discorso sul gasdotto della Trans Adriatic Pipeline deve inserirsi in una pianificazione energetica regionale globale’. A sostenerlo è Caterina Vitiello, candidata consigliere regionale per il Movimento Cinque Stelle.

«Cosa fa credere alla Regione Puglia  che  un’opera  impattante come il gasdotto TAP, totalmente incompatibile con la tutela ambientale e la salute dei cittadini sul litorale di San Foca, non lo sia anche per la marina di  Casalabate?». La domanda, più che lecita, arriva da Caterina Vitiello, candidata consigliere regionale per il Movimento Cinque Stelle. In questi giorni, infatti, a tenere banco è l’ipotesi seppur remota di spostare il tanto contestato approdo del metanodotto della Trans Adriatic Pipeline nell’ex marina di Lecce poi ceduta, con un referendum, ai Comuni di Squinzano, Trepuzzi e Campi Salentina. Sarebbe Casalabate, infatti, una delle tre alternative proposte dalla Regione insieme a Brindisi e Torchiarolo. Persino il sindaco di Squinzano, Miccoli non esclude del tutto  l’ipotesi, fattibile ma solo «con la conversione Cerano a gas».  Il 18 febbraio, nella riunione convocata a Roma, si affronterà definitivamente la scelta dell’approdo nel Salento. 
 
Il tema dell’energia, ampio e dalle mille sfaccettature, non può, infatti, semplicemente ridursi ad un sì o no al gasdotto ma come sottolinea la stessa Vitiello «deve necessariamente inserirsi in una scelta di pianificazione energetica globale e che guardi al futuro».
 
Ed il futuro, secondo la candidata pentastellata, deve puntare sull’energia rinnovabile. «La Regione Puglia – si legge nella nota- dovrebbe incentivare ed agevolare questo modello mediante appositi assi d'intervento nell'ambito dei fondi regionali e non, come ha fatto in questi anni, avvantaggiare speculatori, permettendo il consumo di suolo di ettari di terreno oggi non più coltivabile perché  ospita distese  di pannelli fotovoltaici  e pale eoliche. L'unica fonte primaria energetica di cui disponiamo è il sole e questo vale per tutti i paesi del mediterraneo, con cui dovremmo intrecciare accordi di collaborazione per la distribuzione di tecnologie solari piuttosto che per l'attraversamento dei tubi del gas. Le fonti fossili hanno oramai dimostrato i loro limiti sia economici che ambientali, con danni anche irreversibili per  il turismo, l'agricoltura, la pesca. Per altro le centrali a fonti fossili si reggono sulle spalle di noi cittadini mediante un contributo in bolletta mentre l'energia rinnovabile contribuisce al contenimento del prezzo». 
 
Decarbonizzazione (per ogni watt di rinnovabile installato va disinstallato un watt da fonte fossile); riconversione industriale (un piano regionale per l'efficientamento energetico e lo sviluppo delle rinnovabili, "smart grid", trasporto ad emissioni zero, tecnologie rinnovabili applicate all'agricoltura e agli altri comparti produttivi) e riqualificazione professionale (formazione di una nuova generazione di professionisti dell'energia in cui riassorbire anche i lavoratori delle centrali messe fuori produzione come ad esempio Cerano). Sono questi i fondamenti le su cui costruire il futuro, secondo la candidata del M5S.
 
«Il cambio di politica energetica – conclude Vitiello- oltre che ecologicamente  è economicamente vantaggioso, perché  il guadagno del piccolo prenderebbe finalmente il posto  del guadagno dei  grandi gruppi monopolisti e che spesso foraggiano la politica . Quella politica che, forse proprio per questo, oggi cerca di soffocare e disincentivare il rinnovabile non speculativo».



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