Tap. Mazzei «Gasdotto sì, San Foca no»

La V Commissione Consiliare convocata per discutere, insieme ai Sindaci salentini, del gasdotto Tap, si è conclusa con un nulla di fatto. Mazzei «la la Regione deve avere ruolo di ‘cerniera’ tra il governo nazionale ed i territori».

Il pensiero del Consigliere regionale, Luigi Mazzei è, più o meno, lo stesso di molti cittadini del Salento: nessuno vuole fermare il progresso, nessuno vuole impedire al gasdotto della multinazionale svizzera di approdare sulla nostra terra se questo, però, si traduce in benefici concreti per il territorio locale e nazionale e, ancor di più, se il mare, la spiaggia, la pineta, le campagne, i muretti a secco, gli ulivi secolari, che in altre occasioni hanno fatto la fortuna di questi luoghi, non saranno intaccati (o toccati solo in maniera non ‘impattante’). «Ero e resto favorevole alla Tap – ha dichiarato il consigliere calimerese – che rappresenta un intervento strategico per il territorio, ma è evidente che San Foca sia il sito meno idoneo all’approdo».

Perché è questo il nodo da sciogliere. Fermo restando che il Salento è riuscito a conquistare l’attenzione internazionale grazie proprio alle sue bellezze naturali, storiche e culturali è possibile accettare, senza riserve, qualcosa che anche indirettamente possa minare la sua vocazione? Perché nessuno mette in dubbio l’importanza di un’opera simile per l’Italia intera e l’Europa, ciò che viene contestato è appunto la contestualizzazione dell’infrastruttura che comparirebbe non in un territorio già industrializzato, ma su una dei più bei tratti costieri dell’Adriatico.

Sulla possibilità di trovare un sito alternativo a San Foca si è discusso oggi in via Capruzzi. Tra i primi cittadini salentini, alcuni esponenti istituzionali,  il presidente del Consiglio Regionale, Onofrio Introna e l’assessore Lorenzo Nicastro è pesata come un macigno l’assenza di Nichi Vendola «come sempre –prosegue Mazzei- non abbiamo avuto il piacere di condividere questo importante momento di confronto con il Presidente della Regione, eterno assente. Eppure, il tema è di grande rilevanza ed è stata la prima occasione di incontro con i Sindaci, fino ad oggi mai convocati dalla Regione».

Secondo il consigliere di Fi, nel tavolo «è emersa con chiarezza la carenza di una programmazione ambientale seria e chiara che preveda gli approdi possibili del gasdotto. A tal proposito, il sindaco di Melendugno ha informato la Commissione di una nota di apertura del sottosegretario De Vincenti per la possibile individuazione di nuovi siti che potranno essere presi in considerazione. In quest’ottica, per noi la strada maestra resta quella che vede la Regione in un ruolo di ‘cerniera’ tra il governo nazionale ed i territori; contrariamente a quanto sostenuto da Introna che ritiene più opportuno che siano il governo e la Tap a fornire un elenco di siti possibili (che peraltro già esiste). È chiaro che non si possa continuare a scaricare il barile sui sindaci o sul Salento nell’inerzia della Giunta Regionale».

In effetti, già nelle 50 pagine dedicate alle alternative di percorso (pp. 71-121) del parere della Commissione Via del ministero dell'Ambiente, quella di San Foca risultava essere l’alternativa migliore sotto i profili tecnico-ambientale e paesaggistico. Posizione ricordata in più occasioni pubbliche dallo stesso viceministro dello Sviluppo economico, secondo cui «il progetto della multinazionale svizzera conferma la volontà del nostro Paese a svolgere un ruolo chiave per la sicurezza energetica europea e per accrescere la concorrenzialità del mercato del gas europeo, con effetti decisivi per la riduzione dei costi per l'Italia e l'Europa».  

Certo è, come fa notare lo stesso Mazzei, una sorta di ritardo è stato accumulato «’accordo sul progetto di interesse tra Italia e Albania risale al 2009 e i sondaggi e monitoraggi a San Foca al gennaio 2012. Era allora – prosegue Mazzei – che bisognava intervenire ed individuare un sito alternativo, ma Vendola si sveglia solo nei periodi elettorali. Il sindaco di Brindisi non ha proposto il suo Comune come approdo, ma ha dichiarato di non potersi pronunciare in assenza di una proposta concreta del Governo o della Regione.  Oggi, proprio la Regione dovrebbe assurgere al ruolo di mediatore e fornire un’ipotesi di sito alternativo con gli interventi opportuni per la mitigazione del rischio ambientale come la bonifica di siti inquinati. Se esistono siti più idonei nella nostra Regione –conclude- la Giunta ha il dovere di proporli all’esecutivo nazionale e di illustrare alle popolazioni interessate i vantaggi che potrebbero ottenere da un’opera che resta, al di là di tutto, strategica per lo sviluppo energetico territoriale».



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