Un consiglio a Renzi dai Giovani Democratici: «Bray non si tocca»

‘Facciamo quello che il partito non fa: difendiamo le migliori risorse, non del Pd, ma del Paese’. Sono queste le parole di Luciano Marroco esponente dei giovani leccesi di centro sinistra.

Sono giorni molto importanti per il futuro di questo paese. Dopo mesi di lavoro, in cui il Governo Letta ha provato ad intervenire, ora c’è stato un altro cambio al vertice, il terzo in poco più di due anni.

I giovani democratici leccesi sperano che le cose possano andare meglio e che il nuovo governo riesca nell’impresa di far uscire il Paese dall’empasse in cui si trova in questo momento. Questo il comunicato degli esponenti della frangia giovanile del centro sinistra leccese: “Il Governo Letta ha cercato di intervenire, ottenendo anche qualche piccolo risultato, sulla drammatica situazione economica in cui siamo immersi. Una crisi che mette ogni giorno di più a rischio la coesione sociale di questo paese. Ora è giunto il momento di cambiare passo e di imprimere più dinamicità all’azione di governo, per provare a vincere quella che il Presidente del Consiglio incaricato chiama ‘sfida della rassegnazione’.

Poi, un consiglio che i Giovani Democratici cercano di dare al nuovo premier: “Perché il governo Renzi faccia di più e meglio, non può che partire da quello che di buono e prezioso è stato fatto in questi 10 mesi. Sicuramente non può che partire confermando quelle donne e quegli uomini che si sono distinti, lavorando nel silenzio e con costanza, per il rilancio di questo paese. A nostro parere non può che partire confermando Massimo Bray alla guida del ministero dei Beni e delle attività culturali e del turismo. Non lo facciamo per “piaceria” o per circostanza, semplicemente per manifestare la nostra riconoscenza e anche il nostro affetto ad un uomo del sud che ha avuto il merito di attribuire alla cultura un ruolo centrale nello sviluppo economico e sociale di questo paese. Lo facciamo perché non vogliamo che questo percorso si interrompa”.

Il comunicato, infine, si chiude in questo modo: “Lo facciamo noi insieme a tantissima gente in tutta Italia, a partire dai tanti operatori del settore che hanno avuto il privilegio di apprezzare la sua grande competenza in materia e la sua grande umanità. Invieremo queste poche righe anche al presidente incaricato Renzi, vogliamo che la cultura continui ad essere il perno della rivoluzione di cui questo paese ha bisogno”.