Non ha dubbi la professoressa Marcella Rucco: Lecce può ancora dire tanto sotto molti aspetti, su tutti quello delle cultura. Già assessore provinciale con delega ai rapporti con l'università, ricerca scientifica e relazioni internazionali, adesso Marcella Rucco punta a portare la sua esperienza e le sue ricette nel Consiglio Comunale cittadino, candidata per le prossime elezioni con la lista ‘Lecce Popolare’, a sostegno del candidato sindaco Mauro Giliberti.
“È vero – dice – in questi ultimi anni Lecce è cresciuta molto e bene e per molti è divenuta una piccola capitale europea. Ma c’è ancora molto da fare. Siamo un vero e proprio gioiello, capace di competere con il resto delle grandi città italiane ed europee. Come è noto, abbiamo la grande vocazione di città di colori, di suoni, di arte e di barocco: ed è su questi aspetti che, insieme al nostro connaturato spirito di accoglienza, dobbiamo puntare”.
Marcella Rucco punta allora a potenziare quella rete di infrastrutture e di servizi che “renderebbero la nostra Lecce ancora più appetibile e per farlo dobbiamo puntare su quel motore preziosissimo che abbiamo e che porta il nome di Università del Salento. Di concerto con l’Ateneo, quindi, ma anche con gli istituti artistici e musicali, dobbiamo tornare a coltivare quella cultura che storicamente ci appartiene”.
Accademie, Conservatorio, scuole e Università, quindi, al centro del rilancio culturale secondo la candidata di Lecce Popolare. “Si può così puntare – prosegue – su una rete di iniziative culturali e che vedono il supporto di operatori nazionali e non. Un esempio? Si può puntare sul quel turismo congressuale che consentirebbe di realizzare quella tanto agognata destagionalizzazione, con la città che diverrebbe polo attrattivo di moltissimi settori e che rivitalizzerebbe l’economia della città”.
C’è un altro aspetto che sta a cuore a Marcella Rucco, ed è quello che mette al centro il rapporto tra centro e periferia. Un binomio ancora problematico che merita ancora attenzione. “Il concetto di periferia – spiega – è complesso e problematico. Periferia non vuol dire però isolamento: è vero, ci sono realatà periferiche che presentano molte criticità, ma ce ne sono altre dove si registrano e situazioni virtuose. Evidentemente il discorso periferie c’è, come c’è quello per le marine, ancora isolate dal contesto urbano.
Per superare questi problemi, allora, è necessario puntare non solo su una rete di trasporti efficienti, ma anche su iniziative culturali con strutture mobili e per farlo un ruolo cruciale lo potrebbero rivestire le scuole che per antonomasia rappresentano quel presidio culturale capaci di essere sensori di bisogni sociali”.
(Pubbliredazionale Elettorale)