Dott. Valente, lei è il candidato sindaco del Movimento 5 Stelle, in queste elezioni amministrative 2017, ma è in attesa di certificazione. Le pesa la lunga attesa ai fini della convalida in una campagna elettorale che, per gli altri candidati, sembra essere già a buon punto?
Certamente ha un peso non trascurabile. Mi trovo a dovermi limitare nelle dichiarazioni pubbliche, specificando che sono, al momento, il candidato scelto dai Meetup e non dal Movimento. Pesa, altresì, per i candidati consiglieri che sono frenati nell’ ufficializzare la propria posizione e procedere con la divulgazione a mezzo volantini. Tuttavia, il nostro impegno fattivo tra la gente e nelle periferie della città procede speditamente raccogliendo, come di consueto, le istanze dei residenti di tutti i quartieri. Non abbiamo mai interrotto la fase di ascolto cje non è finalizzata esclusivamente alla campagna elettorale. I nostri gazebo sono presenti sovente nelle piazze, questo è il nostro modus operandi.
La sua candidatura si insinua in una città governata per vent’anni dalla destra, non la intimorisce questo dato che consolida Lecce come una vera e propria fortezza delle forze di centrodestra?
I vent’anni di governo delle destre sono sotto gli occhi di tutti. Intendo dire, con questo, che qualcosa di buono è stato fatto innegabilmente, ma riteniamo non sia stato sufficiente; dalle politiche sociali alla mobilità cittadina, fino ai rapporti con l’università, l’amministrazione è stata assolutamente carente ed in certe circostanze inadeguata.
Il cardine del vostro programma si sostanzia nel Reddito di Cittadinanza, una misura di contrasto della povertà che in altre città è stata già sperimentata. Quando ha lanciato l’argomento sui social network, nelle scorse settimane, ha incassato non poche critiche da altri candidati. Può spiegare brevemente se questa disposizione è fattiva, se può concretizzarsi e sostenere le fasce di popolazione indigenti oppure ha ragione chi afferma il contrario?
Il Reddito di Cittadinanza locale può rientrare serenamente nelle politiche sociali di un comune, vale a dire che una certa somma può essere destinata a qualsivoglia intervento nell’ambito del sociale. Il sussidio che intendiamo erogare si struttura in due parti: fatta salva una graduatoria di soggetti beneficiari, una misura sarà assistenziale con un assegno mensile di sussistenza, una seconda sarà indirizzata al reinserimento lavorativo. Immagini un uomo sui quarantacinque anni, con famiglia a carico, che abbia perso il lavoro, che sia stato licenziato e non fruisca più di alcun tipo di ammortizzatore sociale e che per destreggiarsi con l’alto costo della vita faccia piccoli lavori saltuari; ebbene, per agevolare questi soggetti, stipuleremo un protocollo d’intesa con le aziende che abbiano necessità di ampliare l’organico, consentendo di intraprendere un tirocinio formativo, della durata di sei mesi, retribuito in parte dal comune ed in parte dall’impresa. Al termine di detto periodo, se l’azienda riterrà di assumere il tirocinante, beneficerà dell’abbattimento dei costi di assunzione da parte dell’amministrazione. Questo è il progetto riadattato alla realtà leccese, infatti il reddito di cittadinanza su scala nazionale è strutturato in modo differente.
Quindi sareste in grado di reperire un congruo numero di aziende che valutino l’assunzione a seguito del periodo formativo?
Assolutamente si. Il tirocinio consterà di 30 ore settimanale, successivamente l’azienda potrà decidere di consolidare il rapporto lavorativo. Inoltre, stiamo sviluppando un sistema grazie al quale il fondo si auto-alimenti, in modo da diventare strutturale. Naturalmente, in attesa che il governo centrale istituisca la misura su scala nazionale e, a qual punto, non avremmo più necessita dell’ammortizzatore locale.
Mi pare di capire che punti sulla opportunità che il Movimento vinca le elezioni politiche.
Si, auspichiamo in una vittoria del Movimento, non soltanto perché sarebbe un supporto importante alle amministrazioni locali che già gestite dai 5 Stelle , ma soprattutto perché avremmo bisogno di “rivoltare come un calzino” le nostre istituzioni. Siamo l’unica forza che ha le mani libere e può permettersi di agire senza violare accordi fatti con le lobby e i poteri forti.
A proposito di lobby, questa è una città con un forte connotazione clientelare. Che cosa prevedete di fare per spezzare questa logica con cui Lecce convive? Basterebbe, a suo avviso, che non fosse rieletto il centrodestra?
Lecce è pronta al cambiamento. Il malcontento in città è tangibile, sono certo che non mancherà la fiducia dei cittadini nei riguardi di una forza del tutto nuova e innovativa come la nostra. I tempi sono certamente maturi, dopo vent’anni di centrodestra si sente il bisogno di cambiare, adesso. Puntiamo al ballottaggio, per farla breve, in modo da riuscire a spuntarla al secondo turno e dare una svolta alla città.
Lei non affronta per la prima volta una candidatura. Già nelle amministrative del 2012 era in lizza per il consiglio comunale, successivamente, nel 2015, è stato candidato come consigliere regionale, adesso lo scatto a sindaco della città. Assunto che nel 2012 il Movimento era ancora in fase embrionale, oggi sente di poter mietere più consensi?
Il Movimento è cresciuto molto su scala nazionale, per questo ci aspettiamo più consensi delle passate elezioni amministrative, ma anche il dato del 2015 ci incoraggia tanto: siamo arrivati subito dopo la coalizione del presidente Emiliano, è stato un risultato importante perché prova che l’elettorato sia cambiato sensibilmente. La gente ha bisogno di volti nuovi, slegati dai vecchi sistemi partitici. Il cambio di rotta è nell’aria.
C’è un candidato che teme maggiormente o che vorrebbe sfidare in un faccia a faccia?
Naturalmente il candidato più temuto è quello del centrodestra, ha una macchina organizzativa imponente a suo supporto che a noi, evidentemente, manca così come agli altri due candidati. Per competenza, invece, i più preparati sembrano Salvemini e Delli Noci, hanno un trascorso nell’amministrazione e ne conoscono a fondo le dinamiche, un deficit che mi accomuna al Giliberti. Con quest’ultimo vorrei confrontarmi sui programmi, principalmente perché comprenda che il Reddito di cittadinanza non è ‘contra legem’ (sorride, ndr), non c’è bisogno di una legge ad hoc che lo sostenga, è una prerogativa del comune articolare a propria discrezione le politiche sociali da attuare. Fatto salvo questo discorso, noto che abbiamo idee discordanti anche sul tema mobilità e sulla gestione della zona a traffico limitato.
In caso di vittoria, qual è la prima cosa che farà per Lecce?
Noi non abbiamo un programma dei primi cento giorni, ma vogliamo intervenire immediatamente sulla mobilità. Sigleremo un protocollo d’intesa con i comuni limitrofi, consentiremo a Sgm di percorrere anche linee extraurbane, offrendo il servizio cittadino ai centri come Cavallino, Surbo, San Cesario, Lequile, Monteroni; questo consentirà di decongestionare il traffico in città, almeno di un buon 20%.
Tre brevi motivi per cui votare il Movimento 5 Stelle.
Siamo gli unici a non avere, nel nostro passato, rapporti con precedenti amministrazioni e, a nostro avviso, è un valore aggiunto. Sapete anche che, al termine dei nostri mandati, torneremo ad essere comuni cittadini senza pretese di carriere politiche. In ultimo, abbiamo un programma politico credibile, non ci spendiamo in promesse irrealizzabili, le nostre proposte sono concrete ed attuabili.
Valentina Petrucci
