Vigilanza armata presso Asl Lecce. La risposta di Securpol Security alle iniziative dei sindacati

I lavoratori sono in presidio per avere risposte sul posto di lavoro presso la struttura sanitaria. Ma nel passaggio tra La Velialpol e la nuova azienda sono nate contestazioni. Oggi Securpol Security fa le sue precisazioni.

“L’Istituto di Vigilanza ha contestato il numero dei lavoratori aventi diritto al passaggio, in quanto allo stato attuale ne venivano riconosciuti solo 12 rispetto ad una più ampia platea e, non in ultimo, ha chiesto di discuterne, in via urgente, sul Tavolo della Provincia di Lecce”. Questa la contestazione del segretario territoriale Ugl, Antonio Verardi, in merito al subentro di Securpol Security srl  a La Velialpol srl, in ragione del cambio di appalto del Lotto 1 presso Asl Lecce.

Alla presa di posizione dei sindacati, in lotta per assicurare il posto di lavoro ai dipendenti precedentemente impegnati nella struttura, risponde l’Istituto Securpol Security che “riconosce la legittimità di tali iniziative sindacali avviate in occasione del cambio di appalto, che devono essere rispettate quali manifestazioni del disagio sociale di una categoria di lavoratori”. L’azienda, tuttavia, si preoccupa di fare alcune precisazioni e puntualizza “nel merito si tratta di pretese e contestazioni prive di fondamento: l’Istituto ha sempre mantenuto e continuerà a mantenere una condotta assolutamente lineare e coerente durante l’intero sviluppo della vertenza”.

Nella nota inviata da Securpol Security si legge “Nel campo degli appalti di vigilanza, il subentro di un gestore ad un altro costituisce sempre una fase di criticità. Per prevenire contenziosi, le organizzazioni sindacali nazionali hanno raggiunto nel gennaio 2013 un’intesa in materia, fissando regole inderogabili e di immediata applicazione. In particolare, gli avvocati di Securpol Security Benedetto Cimino Maurizio Macrì precisano che il Contratto collettivo stabilisce una formula molto semplice per determinare quanti lavoratori debbano transitare presso l’Istituto subentrante. Si presume che ogni guardia giurata lavori 48 ore settimanali per 48 settimane all’anno, quindi 2.304 ore annue complessive: è dunque sufficiente dividere per questo quoziente il monte ore complessivo previsto per l’appalto. Ebbene: il monte ore annuo dell’appalto ASL è di 28.776 ore: i dipendenti a dover transitare saranno dunque dodici”.

L’Istituto Securpol si è già dichiarato disponibile ad assorbire queste unità di personale chiedendo a La Velialpol (precedente gestore) e alle Organizzazioni sindacali di fissare i criteri di scelta e di indicare i nominativi. “La Velialpol, tuttavia – prosegue la nota – lamenta esuberi per 25 unità: il dato deriva, da un lato, da problemi interni a questo Istituto; dall’altro lato, dalla riduzione del monte ore annuo dell’appalto, deciso dall’ASL. Con tutta evidenza, questi profili dovranno essere risolti dagli enti competenti e non potranno farsi gravare sull’Istituto Securpol. L’assorbimento di un numero maggiore di dipendenti non è economicamente sostenibile e non risponde alle necessità organizzative e gestionali dell’Istituto”.

Sui tempi della vertenza, poi, “si evidenzia come le trattative siano state avviate con grande ritardo e ciò per esclusiva responsabilità de La Velialpol che ha sollevato una lunga serie di impugnative innanzi al Tar di Lecce (tutte recisamente respinte) che hanno tuttavia generato uno stato di prolungata incertezza. Si precisa, da ultimo, che i lavoratori che saranno riassunti non potranno certo vantare (come preteso) l’inamovibilità dell’assegnazione presso le attuali postazioni di servizio: l’Istituto garantirà che siano adibiti preferibilmente e prevalentemente presso presidi ospedalieri e strutture dell’ASL, salva la necessaria flessibilità gestionale e la naturale turnazione tra dipendenti. Con riserva, dunque, di occasionali incarichi esterni presso altre committenze, nel pieno rispetto delle condizioni fissate dal contratto collettivo”.

In conclusione “Non si dubita che, alla ripresa (a data certa) delle trattative, saranno superate le attuali posizioni di pregiudiziale contrapposizione e potrà raggiungersi la dovuta intesa, nel rispetto delle chiare previsioni di legge e di contratto collettivo”.