Xylella e ulivi, Ingrosso(Copagri):«controllare il vettore e individuare cultivar piè¹ tolleranti»

La Commissione Europea ha deciso che gli ulivi disseccati, infettati dalla Xylella fastidiosa, vanno abbattuti. Sull’argomento abbiamo intervistato Fabio Ingrosso, Presidente vicario Copagri Puglia

La decisione della Commissione Europea di abbattere gli ulivi disseccati non si può valutare in maniera semplicistica. Da sola non serve a risolvere la problematica, nata dalla propagazione di questo batterio killer, “in arte” Xylella fastidiosa, causa della moria di molti ettari salentini.

Il problema a monte è un altro, ovvero l’insetto che funge da vettore alla malattia stessa. Si possono far fuori pure tutte le piante del Salento, ma se non vengono presi provvedimenti alla base contro questa dannosissima “cicalina” o “sputacchina” il rischio è quello di effettuare pulizie a vuoto.

A tal proposito, la redazione di Leccenews24.it ha contattato telefonicamente il Presidente vicario di Copagri Puglia, Fabio Ingrosso, chiedendogli delucidazioni in merito. «La Regione Puglia dovrebbe stanziare risorse immediate da destinare alla lotta integrata del vettore, impedendo così il diffondersi dell’infezione. Evitiamo l’eradicazione totale»

In effetti, stando al chiarimento fornitoci dal presidente Ingrosso, eliminare drasticamente e in quantità spropositata uno dei simboli caratteristici del nostro territorio – che è soprattutto fonte di produzione dell’olio – non risolverebbe nulla. Perché l’insetto, non trovando più ulivi da parassitizzare, comunque andrà ad attaccare su altri esemplari vegetali, determinando comunque conseguenze disastrose per l’economica locale. Pertanto, non ha nessun senso logico eliminare solo le piante di olivo infatti, o si procederà ad estirpare in toto tutte le specie vegetali sia erbacee che arboree/cespugliose sia coltivate che spontanee che la Xylella fastidiosa parassitizza oppure, l’obbiettivo che si prefigge la Unione Europea non avrà alcun effetto. Va aggiunto, inoltre, un altro notevole particolare, ossia il veto di impiantare – nelle zone interessate – non solo ulivi, ma ogni tipo di coltura del genere Prunus (Mandorlo, Albicocco, Pesco, Susino, Ciliegio), ponendo un freno non indifferente alla produzione locale.

«Ci sarebbero, in sostanza, due azioni principali da attuare – spiega Ingrosso – per rallentare lo sviluppo della Xylella: da un lato controllare l’insetto, dall’altro intercettare cultivar più tolleranti e resistenti all’azione del batterio. Solo in tal modo il Salento potrà recuperare lo status originario del proprio paesaggio e la Regione deve intervenire con dei fondi seguendo questo filo logico»

Bisogna impedire a questa “sputacchina” di girare indisturbata per le coltivazioni salentine, o quanto meno far sì che le sue soste vengano meglio sopportate dalle piante; e, qualora venissero eliminate, si genererebbe «un danno all’economia salentina, oltretutto massimizzato dal forte allarmismo». Tutto ciò, indubbiamente, lede l’immagine del Salento e del “Made in Italy”.

«Nei prossimi giorni abbiamo in programma di incontrare gli agricoltori – prosegue Ingrosso – mettendo in atto delle linee guida e spiegare che tipo di investimenti occorrano. Risulta necessario che la Regione non intervenga solo dal punto di vista scientifico, ma anche economico».