
Il Lecce centra il settimo risultato utile consecutivo, ma si fa imporre un complicato pareggio in casa dal Venezia. Una gara davvero strana perché i giallorossi partono a razzo, come di consueto, e passano meritatamente in vantaggio con capitan Mancosu. Poi però la truppa di Corini abbassa i giri e i lagunari ne approfittano: un super Forte (capocannoniere del torneo) ribalta il risultato che solo Coda (che lo raggiunge in cima alla classifica cannonieri) riesce a rimettere sui binari pari. Oggi poco incisivi i terzini e poca lucidità in fase difensiva.
Gabriel, 5.5: in settimana ha tenuti tutti col fiato sospeso per una ferita rimediata al ginocchio in allenamento. Stavolta non sale sugli scudi: incassa due reti e sulla prima marcatura di Forte poteva certamente fare qualcosa di più.
Adjapong, 5.5: il pendolino modenese non sfodera la sua migliore prestazione in assoluto. Anche se parte con il giusto piglio, si concede qualche sbavatura. Fuori-fase in occasione del gol del pareggio veneto, con l’azione sviluppatasi dalle sue parti. Nella ripresa prova ad alzare il ritmo: ci riesce solo a tratti.
Lucioni, 6- : inizia incitando tutti i suoi compagni, chiamandoli quasi uno per uno. Incarna lo spirito battagliero con cui i giallorossi approcciano al match, ma – in linea con il resto della squadra – cala nella seconda metà di prima frazione. Sui gol incassati non è del tutto esente da colpe. Ammonito al 51′.
Meccariello, 5: è reduce da un paio di ottime prestazioni e, anche se Dermaku è tornato pienamente a disposizione, lui conserva il suo posto nel cuore della difesa. Inizia bene, con buona personalità, poi un paio di sbavature sono il preludio al vero errore di giornata: la marcatura generosa sul colpo di testa di Forte in occasione dell’1-1.
Zuta, 5: chiamato a sostituire l’acciaccato Calderoni, per la seconda settimana di fila vive una gara di enorme sofferenza. Poco incisivo in fase di spinta, palesa gravi limiti in difesa e in disimpegno: c’è anche la sua complicità sul gol del pareggio del Venezia e sbaglia anche qualche appoggio di troppo. Poco lucido.
Tachtsidis, 6- : inamovibile nel cuore dello scacchiere giallorosso, il greco gode in partenza di una bella dose di spazio dato dalla tripla copertura degli arancioneroverdi su Mancosu. Eppure il Venezia riesce comunque a chiudere le sue linee di passaggio e per lui arrivano le difficoltà. Va a corrente alterna ed esce nel finale.
dal 86′ Majer, senza voto: comanda il centrocampo per pochi minuti ma senza lasciare il segno.
Henderson, 5.5: non tocca molti palloni, ma sulla qualità della corsa non si discute. Mai un allungo banale, ma sempre movimenti intelligenti. Peccato che non riesca ad incidere a dovere.
dal 65′ Falco, 7: entra per la seconda parte della ripresa, quando cioè serve una scossa. Si posiziona sulla trequarti e, proprio come desiderato, spacca il match: magica la sua giocata che libera Coda per il 2 a 2.
Paganini, 5: opaca la sua prova. Poco partecipe nella fase offensiva, lascia molto a desiderare in quella di non possesso. Era lui ad avere in consegna Forte quando il numero 11 ospite pesca la giocata dell’1-2.
dal 81′ Listkowski, senza voto: qualche spunto in velocità e nulla più in soli dieci minuti.
Mancosu, 6.5: attorno a lui Zanetti disegna una vera e propria rete che non sempre lo facilità nelle giocate. Eppure il capitano ha sempre lo spunto vincente e al 20esimo fa saltare il banco mandando in vantaggio i suoi: è praticamente perfetto il tiro tenuto basso che, di prima intenzione, buca Lezzerini. Incassata la rimonta veneziana prova a suonare la carica: con l’ingresso di Falco arretra sulla linea mediana.
Stepinski, 5.5: tornato al gol contro il “suo” Chievo, quella di oggi è stata probabilmente la gara più difficile da quando è in Salento. Tocca pochi palloni, quasi tutti complicati da controllare. Ha fisicità da vendere, ma anche lui soffre la qualità del Venezia.
dal 80′ Pettinari, senza voto: va a rilevare il compagno di reparto polacco, ma non incide.
Coda, 7: dopo essere rimasto a secco nell’ultima uscita, torna a festeggiare la rete che vale il pareggio. Per la seconda volta di fila si inventa anche assist-man perché il vantaggio di Mancosu è siglato praticamente da lui: ottimo il lavoro palla e il filtrante vincente. Quando la gara si complica, ne risente anche lui, ma con la rete del 2-2 scaccia via anche qualche fatica di troppo.
Corini, 5.5: deve rinunciare solo a Calderoni, ma per il resto conferma l’undici titolare delle ultime settimane. Come al solito il Lecce parte a mille, con una pressione quasi asfissiante per i lagunari. La strategia pare portare ancora i suoi frutti perché dopo 20 minuti i salentini sono già avanti. Poi l’inspiegabile calo: il Venezia sfrutta bene i ritmi abbassati, riparte con precisione e con un super Forte prima pareggia, poi passa avanti. Nella ripresa si gioca la carta Falco: il pallino del gioco torna prepotentemente in favore del Lecce che, pur con tanta fatica, riesce a rimettere il match sui binari pari. Il forcing finale, però, non è ordinato e non paga.