Verrebbe da dire: il solito Lecce. Anche in Coppa Italia, con una formazione rimaneggiata dal turnover e contro un avversario di categoria superiore, i giallorossi danno dimostrazione di essere una squadra capace di giocare a calcio, palleggiando e costruendo. Mai timidi fin dal 1′, i salentini approcciano bene all’impegno contro il Torino: pressing alto, poco spazio e tempo concesso ai granata per ragionare e gol di Stępiński (il primo in giallorosso) che legittima un’ottima prima mezz’ora.
Anche in vantaggio il Lecce non si ferma: Mancosu alle spalle del polacco di un buon Pettinari si disimpegna egregiamente e proprio i due attaccanti sfiorano il raddoppio. Ecco, proprio come a Cosenza i giallorossi sciupano, non concretizzano e pagano dazio con Vigorito (ottima comunque la sua prova) costretto a raccogliere il pallone del pareggio di Lyanco a fine primo tempo.
Nella ripresa Eugenio Corini cambia qualche interprete (dentro Zuta e Paganini, fuori Mancosu e Bjorkengren), ma non l’assetto tattico e la spregiudicatezza. Anche Coda, entrato al posto di Stępiński sportella a destra e a manca, ma al Lecce manca quel gol che avrebbe tramortito un Toro per nulla smagliante.
E così la gara si decide ai tempi supplementari dove – anche per colpa di una lucidità venuta meno – a tradire solo le solite disattenzioni con due ripartenze regalate al Torino che costano l’eliminazione dalla competizione di Lega.
“Dispiace davvero tanto perdere così perché nei 90 minuti abbiamo pareggiato contro una squadra di Serie A meritando il risultato pieno”, commenta amaro mister Corini. “Nei supplementari – prosegue – l’idea era quella di portare a casa il risultato pieno: purtroppo abbiamo concesso qualcosa anche se a mio avviso in occasione del terzo gol l’arbitro avrebbe dovuto fermare il gioco perché la barriera del Torini si era mossa in anticipo. Sul rigore ho visto Lucioni respingere la palla, ma niente di più: l’arbitro era lì e ha concesso il tiro dal dischetto”.
Ad ogni modo il trainer dei salentini si tiene stretta la prestazione corale e dei singoli, soprattutto dei più giovani messi in vetrina allo stadio ‘Olimpico’. “La squadra ha giocato a calcio 120 minuti con personalità e solidità. Sento di dire che meritavamo il passaggio del turno. Stępiński ha fatto un’ottima partita meritando il gol: fine primo tempo aveva giramenti di testa e lo staff medico ci ha consigliato di non rischiare. Ora sta bene. Anche Maselli e Bjorkengren mi hanno dato buoni segnali. Sottolineo la prova di Maselli (classe 2001, ndr): giocare come vertice di centrocampo contro una squadra di Serie A non è stato semplice. Questa sua crescita è un motivo di vanto per il nostro settore giovanile: Sergio ha l’attitudine giusta e può diventare un ottimo giocatore”.
Ora però, salutata la Coppa Italia, Corini chiede concentrazione per il campionato. I segnali di crescita ci sono eccome, ma serve limare alcuni dettagli e, soprattutto, serve segnare qualche gol in più quando si crea così tanto. Lunedì sera al “Via del Mare” arriva il Pescara di Oddo, fanalino di coda in classifica, e per questo ancora più temibile.