Il Lecce e la promozione in B del 1976. Mimmo Renna: la mia rincorsa sul Benevento

Tutti ricordano la leggendaria promozione del Lecce di 40 anni fa, stagione 75 /76, ma non tutti sanno che anche quell’anno la lotta per la serie B fu tra Lecce e Benevento, un testa a testa da metà campionato fino alla fine. Con il decano degli allenatori leccesi in panchina.

Sono tante le analogie fra il campionato in corso e quello della stagione ‘75 – ‘76, tanti i ricordi indelebili per i tifosi più maturi. Il Lecce centrava la promozione in serie cadetta dopo averla sfiorata per quattro anni consecutivi (due secondi posti e un terzo).

Parte male la stagione per i giallorossi di Nicola Chiricallo che dopo 6 partite mettono in cassa solo 4 punti, una miseria per una squadra che punta alla promozione. Così il presidente Antonio Rollo e la dirigenza decidono il cambio della guida tecnica e puntano su un giovane allenatore che l’anno prima aveva compiuto un’autentica impresa, salvando il Brindisi in serie B, l’ex giocatore di Bologna, Lazio e Varese, primo scudettato fra i leccesi di origine e protagonista di dieci anni in serie A sulla fascia destra: Antonio Renna, detto Mimmo, per i suoi amici di Lecce Mimino.

Il tecnico leccese giunge sulla panchina giallorossa il 21 ottobre del 1975. 5 giorni dopo è in programma allo stadio via del Mare la partita Lecce – Benevento, un banco di prova terribile, contro la prima in classifica. Vince il Lecce 1 – 0 e comincia la rimonta sperata. I giallorossi di Renna sono un rullo compressore, vittoria dopo vittoria raggiungono la capolista campana dopo 10 giornate e concludono il girone d’andata a pari punti con il Benevento.

E’ il momento di osare, Renna e il suo vice Aldo Sensibile, altro leccese illustre proveniente dal vivaio di Attilio Adamo, chiedono rinforzi alla dirigenza e fanno arrivare il centrocampista Giannattasio, che fu compagno di squadra dei due allenatori nel grande Brindisi di Vinicio, e dalla Lazio l’attaccante Fortunato Loddi.

Il Lecce per la prima volta nella sua storia infila una serie di 6 vittorie consecutive (record rimasto imbattuto) e si porta al comando della classifica fino alla vittoria matematica del campionato alla penultima giornata sul campo del Messina.

Per il trionfo, atteso da oltre un quarto di secolo, molti salentini si mobilitano in massa. Amici e familiari di Renna, accompagnati e guidati da Attilio Adamo, raggiungono la Sicilia. Basta un pareggio e il risultato è 1 – 1. Il Lecce è in serie B, la città esplode, tutti i balconi, per la prima volta ripresi da telecamere e fotocamere, si colorano di giallorossi. Il Lecce entra nel calcio che conta e vi rimarrà per 35 anni.
Per la precisione 36 stagioni: 20 di B, 15 di A e 1 di C.

Mimmo Renna, il prediletto di Attilio Adamo, ha compiuto l’impresa. Il grande cantante folk Bruno Petrachi scrive una canzone per il tecnico del miracolo, cambiando le parole della storica canzone “Arcu te Pratu”, intestandola all’amico Mimino.

L’ultima giornata sul campo di casa il Lecce ospita il Sorrento per il gran finale e la festa di tutto il Salento. Il Via del Mare non è in grado di contenere l’enorme platea di tifosi accorsa per l’occasione e la Prefettura concede in via eccezionale la possibilità di prendere posto a bordo campo. Il tecnico Renna non siede in panchina ma si accomoda tra i tifosi, accanto a lui il suo maestro Attilio Adamo.

Ma non finisce qui, il Lecce quell’anno vince anche la coppa Italia e il Torneo italo inglese. Un mese di vacanza e poi comincia la preparazione estiva, in panchina viene riconfermato l’allenatore leccese, ma la dirigenza e il titolo societario passano di mano. Arriva il nuovo presidente nella persona di Franco Jurlano che si dota di un direttore sportivo che farà la storia del Lecce degli anni successivi, Mimmo Cataldo.

Il Lecce nella stagione 76 – 77 affronta finalmente la serie B e intende salvarsi, ma fin dall’inizio si trova a lottare, invece, per la serie A.

Un quotidiano nazionale scrive che in Italia sono due le squadre che giocano il miglior calcio: la Lazio Di Vinicio e il Lecce di Renna, rispettivamente maestro e discepolo di un nuovo modo di fare calcio.

Il Lecce fa spettacolo e si fa apprezzare, piega squadre e squadroni ed è capace di eliminare dalla Coppa Italia l’imbattibile Torino di Gigi Radice, campione d’Italia. Il Lecce batte la squadra più forte della serie A e insegue la massima serie correndo dietro alla capolista Lanerossi Vicenza che sta dominando il campionato di B. Solo a poche giornate dalla fine cede il passo, ma si classificherà comunque al settimo posto. Altro che matricola neopromossa, il Lecce è diventata una grande squadra.

Il resto lo ricordano tutti, molto bene.



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