‘Tanto retrocederete subito’, valanga di sfottò sui social contro i giallorossi. Gli insulti arrivano da Napoli e Bari…e poi si parla di Meridione

Il campionato è finito, gli atleti hanno le valigie pronte, ma il tifo non va in vacanza. Sono tanti gli insulti sui social tra tifoserie avversarie. La rivalità tra Napoli-Bari e Lecce continua su Facebook.

Il calcio e i calciatori vanno in vacanza, ma il tifo no! Staccata la spina dalle fatiche dei vari campionati, gli atleti partono a godersi le ferie in giro per il mondo per mete esclusive, postando sui loro profili social foto tutte da fare invidia.

I tifosi, invece, non riposano, inseguono senza sosta i sogni del calciomercato, fanno file lunghissime sotto il solleone, come a Lecce, per sottoscrivere i tanto attesi abbonamenti, si preparano a vivere la stagione che verrà. Senza pausa, senza tregua.

E non mancano gli sfottò con i tifosi avversari, soprattutto quelli con cui non c’è nessun gemellaggio anzi esiste e persiste una rivalità accesa.

In questi giorni alcuni tifosi del Napoli hanno pensato bene di tempestare i post sulla pagina Facebook di Leccenews24 in cui si raccontava la promozione del Lecce in Serie A.

Foto di festeggiamenti, istantanee di tifosi in delirio, video della squadra in passerella sul pullman tra ali di folla festante in Piazza Mazzini. E proprio su queste immagini i tifosi rivali dei colori giallorossi sono partiti in quarta: ‘Il giro fatelo anche quando retrocederete l’anno prossimo’, ‘Tra un anno avrete finito di festeggiare’ e via dicendo.

Ecco poi che intervengono i baresi, calcisticamente avversari da sempre dei leccesi. E i toni salgono sempre di più. Immediate giugono le risposte salentine di tono altrettanto acceso.

E sembra strano che a battibeccare siano tifoserie meridionali, quella biancorossa, quella azzurra e quella giallorossa che potrebbero magari fare fronte comune per portare in alto le insegne dello sport nel mezzogiorno contro lo strapotere settentrionale rappresentato non solo dai famosi grandi club ma anche da quelli medio piccoli che da un po’ di anni stanno crescendo soprattutto nel Nord Italia.

Anzi no, forse non è per niente strano. Siamo abituati.



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