
La decisione della Prefettura di Milano di vietare la trasferta ai tifosi residenti nel Salento è stata una doccia fredda per i giallorossi che avevano già fatto la valigia per raggiungere Milano, in attesa del fischio di inizio in programma domenica 5 marzo, alle 18.00. Inter-Lecce è molto di più di una partita: nel rettangolo di gioco gli uomini di mister Baroni cercano il riscatto dopo i tre punti persi in casa contro il Sassuolo, ma anche per quel gol di Dumfries segnato al 95′ che aveva chiuso la partita al via del Mare, nella prima giornata di Campionato, in pieno agosto. Fuori dal campo, sarebbe stata una festa, un’occasione per riabbracciare i fuori-sede. Eppure, per il comitato di analisi per la sicurezza delle manifestazioni sportive c’è il “pericolo di azioni violente tra tifoserie”, come scritto nero su bianco nelle indicazioni finite sul tavolo del Prefetto che ha poi chiuso il Meazza ai residenti in provincia di Lecce. San Siro off-limits, dunque, ma era davvero necessario?
A parte il danno economico – treni, aerei e alberghi prenotati con largo anticipo – si va a colpire il calcio nel suo ingrediente fondamentale, il tifo sano, quello che non guarda il contachilometri quando c’è da seguire la squadra del cuore. Non siamo tra quelli che amano lisciare il pelo alla tifoseria: non ne hanno bisogno gli ultras giallorossi ed è sempre bene tenere la guardia alta contro la violenza all’interno del mondo pallonaro, ma qui l’impressione è che si sia andati oltre facendo un processo alle intenzioni e sbagliando pure.
Quest’anno non si sono registrati episodi di violenza che abbia avuto per protagonista principale la tifoseria giallorossa. Perché vietare una trasferta all’insegna dell’amore per la propria maglia, evitando che i salentini residenti si stringessero in un abbraccio fraterno con i tanti salentini in giro per Milano.
Una decisione che deve far riflettere e che costituisce un precedente grave che non vorremmo falsasse la regolarità stessa del campionato, dal momento che un conto è giocare a San Siro sentendo i cori dei propri sostenitori e ben altro è contendersi la palla sul rettangolo verde di gioco in una arena in cui si sente solo la spinta della tifoseria avversaria.
Peccato, perché il Lecce avrebbe giocato a mente libera visti i risultati della 24° giornata con le sconfitte di Verona e Samp che lasciano il club a +10 dalla zona retrocessione.