Baschirotto, “Fatico a descrivere le emozioni. Dedico la salvezza a questa meravigliosa città e ai suoi tifosi”

Parla il centrale veneto che dopo aver ottenuto la salvezza domenica scorsa con il Lecce, è stato convocato da Roberto Mancini in Nazionale

Domenica pomeriggi le lacrime di gioia per aver conquistato la salvezza e, il giorno dopo, la chiamata di mister Roberto Mancini per la convocazione in Nazionale in occasione della Nations League. Quelle 24 ore sono state per Federico Baschirotto, forse il giocatore simbolo di questa stagione del Lecce, veramente molto emozionati e che in poco tempo lo hanno premiato per i sacrifici, tantissimi, compiuti nel corso della sua carriera.

“È stata una settimana incredibile, giorno pazzeschi, faccio fatica a descrivere le emozioni perché, dopo la partita mi sono lasciato andare, ho pianto pensando a tutti i sacrifici compiuti insieme ai compagni. L’ulteriore emozione è arrivata con la chiamata del CT Mancini, che mi ha reso orgoglioso del percorso compiuto ed ero emozionatissimo”.

Il momento peggiore della stagione

“Il momento peggiore della stagione è stato quando abbiamo avuto quel calo in cui facevamo fatica a vincere, è stato difficile rialzarsi, ma piano piano siamo riusciti a raggiungere l’obiettivo. Ritengo la mia una grande stagione, ma di questo devo dare merito a compagni mister e Staff”.

La crescita

“Sono cresciuto tanto, sia a livello calcistico che umano, perché questa squadra mi ha dato tanto a livello emotivo. Ho visto compagni, che anche se erano al primo anno di Serie A come me, davano tutto a non mollavano mai e questo ci ha spinto a dare sempre di più. Tecnicamente mi sentivo meglio partita dopo partita e sono contento del percorso che ho fatto e che abbiamo fatto”.

Dubbi

“Non abbiamo mai pensato di non potercela fare, perché i momenti difficili in un Campionato di Serie A ci sono sempre, soprattutto per una neopromossa, credevamo nel nostro lavoro e sapevamo che potevamo farcela e ci abbiamo sempre creduto”.

La partita più bella

“La partita più bella penso sia stata quella con l’Atalanta, mentre, l’intervento più importante, quello su Brahim Diaz, quando stava per calciare a porta vuota e sono riuscito a intervenire in scivolata e impedire che tirasse”.

Dediche

“Dedico questa salvezza alle persone più care, alla famiglia, alla mia ragazza e al mio procuratore. Ma soprattutto a questa meravigliosa città e ai suoi tifosi e a tutti quelli che hanno lavorato per raggiungere questo obiettivo”.

Futuro

“Sono una persona che lavora tanto sul presente per raggiungere gli obbiettivi. Mi focalizzo sul piccolo per raggiungere il grande e quello che sarà il domani si vedrà”.

Consapevolezza di potercela fare

“Consapevolezza della nostra forza la abbiamo acquisita partita dopo partita, anche perché se si perdeva una gara c’è sempre stato qualcosa di positivo. I dati dicono che non abbiamo mai preso più di due gol a incontro e ciò fa capire che la squadra c’era, che aveva tenuta mentale e non mollava”.

Umtiti mi ha dato tanto, come i miei compagni, ma lui in special modo perché ho imparato tantissimo, si è messo a disposizione di tutti con umiltà e di questo bisogna essere grati. Adesso voglio godere questo risultato e non penso al futuro. Cercheremo di battere il Bologna per festeggiare al meglio”.

Il Mondiale 2018

“Nel 2018 giocavo in Serie D e Umtiti ha giocato il Mondiale con la Francia e guardavo le sue partite, ha anche segnato in semifinale. Poi ritrovarlo qui è stato qualcosa di emozionante e quando penso al fatto che un mio compagno di squadra ha vinto una Coppa del Mondo, ciò mi rende orgoglioso di giocare con lui. Oltre che un calciatore eccezionale è una grande persona”.

Scambio di maglie

“Sono sempre stato il primo a chiedere la maglia a un mio avversario, perché mi fa piacere conservare il ricordo di una partita, ma al tempo stesso questi me l’ha sempre chiesta in cambio”



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