Dopo quattro pareggi consecutivi, la corsa del Lecce si ferma allo stadio “Olimpico”, sotto i colpi di una Lazio inarrestabile in campionato. Eppure, anche stavolta, i giallorossi raccolgono meno di quanto avrebbero meritato: sotto per due volte tra primo e secondo tempo, prima sono bravi a pareggiare con il solito Lapadula (definitivamente tornato ai suoi livelli), poi si vedono annullato il gol del 2-2 dopo l’ennesimo errore dal dischetto del rigore di Babacar. L’inerzia a quel punto cambia: i biancocelesti dilagano, e nel finale La Mantia trova il primo gol in carriera in A.
Gabriel, 5.5: la Lazio parte a mille e lui dopo 3 minuti è già stato chiamato in causa due volte. Lui si oppone bene, poi però deve capitolare davanti a Correa: non poteva granché. Idem sul 2 a 1. Quando il Lecce prende l’imbarcata, viene spiazzato da Immobile da dischetto, qualche responsabilità in più sul poker di Correa. Da rivedere però nelle uscite: nell’area piccola dovrebbe governare lui.
Meccariello, 5.5: bene nelle chiusure basse, soffre molto in quelle aeree. Meccariello non si risparmia nemmeno oggi, ma cerca più che altro di contenere, lasciando l’incombenza di spingere al compagnano di reparto che si trova sull’altra corsia.
dal 86′ Rispoli, senza voto: entra solo nel finale.
Lucioni, 6- : qualche apprensione di troppo, ma nel primo tempo tutto sommato regge bene. Ha poche responsabilità sul gol dell’1-0: Rossettini si perde Correa, lui badava ad un altro attaccante di casa. Nella ripresa regge finché non cambia totalmente l’inerzia del match.
Rossettini, 5.5: parte bene, con la solita attenzione, ma è lui a perdersi Correa quando l’attaccante delle aquile, alla mezzora, sblocca il risultato. Peccato perché la difesa era schierata. Si rifà a fine primo tempo, toccando il pallone di testa quanto basta per favorire il gol di Lapadula. Ma anche sul 2-1 la palla gli passa proprio davanti: non libera e Milinkovic raddoppia.
Calderoni, 5.5: tanta corsa, ma soprattutto tanta intelligenza. Sbaglia poco quanto niente e confezione il cross in area, direttamente da calcio d’angolo, da cui arriva la zampata il pareggio giallorosso. Nella ripresa, però, sbaglia ingenuamente la marcatura su Sergej Milinkovic-Savic e lo “brucia” facilmente e batte per la seconda volta Gabriel. Al 76′ fallo di mano in caduta che vale il rigore realizzato da Ciro Immobile.
Tachtsidis, 6- : scontata la giornata di squalifica, torna nel cuore della formazione. La Lazio gli lascia molto spazio entro cui muoversi: lui cerca di fare il suo, agendo molto bene da schermo alla difesa. Meno brillante in impostazione.
Petriccione, 6: contro il Sassuolo ha agito da regista, oggi scivola alla destra di Tachtsidis. In realtà, in campo, lui e il greco si alternano l’incombenza di impostare la manovra. Il goriziano sa il fatto suo quando è palla al piede, ma è poco lucido in chiusura: causa, infatti, due calci di punizione dal limite dell’area che potevano costare cari. Cala nel secondo tempo, ma serve il cross a La Mantia che vale il 4-2 definitivo.

Majer, 5.5: corre molto, ma spesso a vuoto. Tocca pochi palloni e questo lo fa soffrire abbastanza. Prova a reagire nel secondo tempo, ma al 70esimo esce.
dal 69′ Shakhov, 6: entra con il giusto piglio, presentandosi con un bel tiro che però Strakosha blocca a terra. Peccato però che dopo il suo ingresso in campo la Lazio dilaga.
Mancosu, 6- : ammonito dopo appena 3 minuti, al quarto d’ora spreca una clamorosa palla gol nel cuore dell’area di rigore della Lazio, sparando il suo piattone in curva. Si muove bene tra le linee, riuscendo sempre a farsi trovare pronto quando il Lecce cerca di ripartire in velocità. La pecca però sono i tanti passaggi sbagliati… e l’aver lasciato ancora l’incombenza del rigore a Babacar.
Lapadula, 6.5: non c’è due senza tre e così, dopo i gol a Sampdoria e Sassuolo, si ripete anche oggi, siglando nel finale di primo tempo la rete dell’1-1. Ennesima prestazione di sacrificio: corre su ogni pallone e quando può cerca di rendersi pericoloso. Nella ripresa v in rete sulla ribattuta di Strakosha dopo il rigore fallito da Babacar, ma per la VAR l’ex Milan è entrato in area prima del previsto: gol annullato, con qualche dubbio. Ammonito, un po’ troppo generosamente, dopo un’ora di gioco.
Babacar, 5.5: dopo l’incomprensione con il mister di una settimana fa, torna nel tandem offensivo insieme a Lapadula. Bello il dialogo con il compagno di reparto al quarto minuto, quando El Kuma si invola verso la porta di Strakosha concludendo però debole. Dieci minuti dopo stesso copione: bella la sua incursione con il portiere biancoceleste che trattiene a fatica. Al 50esimo va vicinissimo al gol: il suo colpo di testa viene respinto miracolosamente da Strakosha. Poi sciupa, ancora una volta, un calcio di rigore: stavolta però l’errore non porta al gol. Liverani allora lo richiama in panchina.
dal 72′ La Mantia, 6: il primo gol in Serie A comunque merita il giusto riconoscimento. Il marchio di fabbrica è sempre il colpo di testa e, sfruttando al meglio il cross di Petriccione, rende meno roboante la sconfitta. Nel recupero sfiora addirittura la doppietta.
Liverani, 6- : chissà che emozione al momento dell’ingresso sul campo che per 5 anni è stato casa sua, ma una volta arrivato il fischio iniziale è il solito direttore d’orchestra. Schiera per la seconda volta di fila la coppia d’attacco pesante (complice anche un Falco non al meglio per una botta al ginocchio): il duo offensivo lavora bene, sostenuto da un Mancosu tuttofare. Prepara la gara sul filo dell’attenzione, ma ancora una volta il gol incassato arriva a difesa schierata. Il Lecce però non molla mai: il pareggio di Lapadula è il giusto premio dopo un primo tempo tutto sommato attento. Nella ripresa i giallorossi vanno ancora sotto, ma la mentalità non cambia: l’arbitro, poi, annulla il possibile 2-2 che avrebbe dato tutto un altro senso al finale di gara. Da lì in poi il Lecce si arena, pur giocandosela fino alla fine.












