L’orgoglio del Lecce dura solo 45′, poi un’altra imbarcata. Le pagelle del match contro l’Atalanta

Moto d’orgoglio del Lecce che riprende l’Atalanta nel primo tempo. Ma nella ripresa non c’è storia: la Dea fa quel che vuole della peggior difesa del campionato.

Altra pesante sconfitta per il Lecce che, dopo il poker subito in casa della Roma, ne rimedia 7 da un’Atalanta formato Champions. Partita subito in salita per i giallorossi, in campo ancora con il 4-3-2-1 con Saponara sulla trequarti insieme a Mancosu: dopo 20′ la Dea è già avanti di due reti, anche grazie ad uno sfortunato autogol di Donati. Ma nonostante questo la truppa di Liverani è caparbia nel riuscire ad acciuffare un pareggio che sembrava insperato. Ma le partite durano due tempi e nel secondo i giallorossi non sono pervenuti: Zapata cala una strepitosa tripletta, Ilicic fa quel che vuole, e alla fine è un sonoro, e giusto, 7-2.

Gabriel, 5: dopo quattro gare ritrova il posto tra i pali, ma anche sette gol sul groppone. Superato il problema alla schiena, ci prova ma non può nulla sul colpo di testa-beffa di Donati in occasione dello 0 a 1. Pochi minuti dopo evita il raddoppio nerazzurro su tiro di Ilicic. Ma il 2 a 0 è solo rimandato di una manciata di minuti. Nonostante tutto lui c’è sempre, anche in avvio di ripresa su Gomez, ma la ribattuta finisce proprio sui piedi di Ilicic che non perdona mai. Nel finale un vero incubo per lui.

Donati, 6- : un clamoroso autogol (forse dettato anche dal vento) con cui beffa Gabriel e consegna il vantaggio alla Dea, non lo condiziona. L’episodio avrebbe potuto tagliarli le gambe fin dall’inizio, ma lui non molla di un centimetro e, nonostante qualche affanno quando Zapata e Gosens accelerano, lui regge l’urto e va a rimettere tutto in ordine. Chirurgico nel gol del pareggio: un bolide da fuori area che vale il pareggio.

Lucioni, 5.5: una partita sontuosa la sua, specialmente nel primo tempo, in cui prova a tenere in piedi la baracca, nonostante gli errori dei suoi compagni di reparto che sembravano poter vanificare tutto. E’ un vero peperino, anche in fase propositiva. Nella ripresa cala fisicamente, a differenza di una super Atalanta. Ammonito al 65esimo.

Rossettini, 5: perde il confronto sullo strapotere fisico di Zapata che al 21esimo lo supera e insacca il 2 a 0, su azione di corner. Un brutto errore, nonostante le qualità dell’avversario. Lui non si scoraggia ma non si fa mancare qualche affanno e nel secondo tempo affonda.

Calderoni, 5: ancora una volta viene scelto per la corsia mancina, ma non è di certo la sua miglior partita in giallorosso. Una prova per larghi tratti ordinata, senza grandi guizzi, ma nel secondo tempo la Dea lungo la sua corsia di competenza fa quel che vuole e cala la sestina.

Deiola, 5.5: dopo la parentesi di Roma, ritrova le chiavi della manovra, schierato nel cuore del centrocampo. Come al solito non lesina impegno e lotta su ogni pallone senza timori. Nella prima parte di gara va in affanno, in linea con il resto della squadra, ma poi cresce e prova a spezzare il gioco bergamasco. Suo il passaggio per Saponara nell’azione dell’1-2. Nel secondo tempo solo errori.

Majer, 5: senza infamia né lode la sua prestazione, fatta di sostanza, ma anche di alcuni momenti in cui l’attenzione cala vistosamente. Nullo in fase di ripartenza, tutt’altro. Dopo l’ora di gioco lascia il campo.
dal 63′ Tachtsidis, 5: ultimo spezzone di gara per lui, utile solo per mettere qualche minuto nelle gambe. Al minuto 86 un bel colpo al volo che si spegne di poco al lato.

Barak, 6: messa da parte l’infelice esperienza di Roma da trequartista, il biondino torna sulla linea dei tre a centrocampo. L’impressione è che senza la sua fisicità l’Atalanta avrebbe potuto spadroneggiare ancor di più. Prova a rendersi utile, a tratti ci riesce, ma non ai fini del risultato.

Mancosu, 5.5: tanta fatica per il capitano che oltre a qualche corsa palla al piede, non si fa notare più di tanto. Vorrebbe sempre fare il massimo per il suo Lecce, ma oggi non era giornata.
dal 62′ Shakhov, 5: subentra ancora una volta a risultato già compromesso. Non fa nulla per cercare di alzare i ritmi dei giallorossi.

Saponara, 5.5: ha dovuto mordere il freno per due settimane in cui è stato impegnato a superare un fastidio alla coscia destra. Torna in campo e, in tandem con Mancosu, forma la coppia di trequartisti. Costantemente cercato dai compagni, ha il merito di riaccendere il match con un desto a giro che supera Gollini. E’ suo anche il filtrante fuori area per Donati che pesca il 2-2. Nella ripresa sparisce completamente e si becca anche un giallo.

Lapadula, 5.5: resta sempre e solo lui il terminale offensivo dei salentini. Che ci metta sempre tanta corsa e voglia, ormai non fa più notizia. Ma non crea pericoli a Gollini: al 52′ prova a sfruttare uno svarione difensivo dell’Atalanta, ma non è abbastanza lucido nel superare l’estremo difensore lombardo.

Liverani, 5: ancora alle prese con l’emergenza in attacco, non può far altro che confermare il 4-3-2-1, ma in campo ritrova Saponara e rimette al suo posto Barak. L’inizio è shock: l’Atalanta inizia a mille e dopo 20 minuti è già sul 2 a 0. Il Lecce però non molla e con uno scatto di orgoglio acciuffa un pareggio insperato prima dell’intervallo. I gol di Saponara e Donati sembravano aver invertito l’inerzia del match, ma nella ripresa l’Atalanta torna ai suoi ritmi e fa quel che vuole della peggior difesa del campionato. Nei secondi 45 minuti il Lecce non c’è proprio e rimedia la seconda imbarcata in una settimana.



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