Ahia Lecce, così non va: deludono le corsie esterne, attacco ancora spuntato.Le pagelle post Hellas

Bruciante sconfitta per il Lecce che alla prima uscita casalinga va KO contro il Verona. Gabriel, autore di un paio di bei interventi, non può nulla sul tiro ravvicinato di Pessina. Centrocampo a corto di fiato e di idee.

No Lecce, non ci siamo. E’ fatale la prima uscita casalinga del campionato: il Verona passa. Contro una diretta concorrente i giallorossi compiono una preoccupante involuzione sul piano del gioco: Liverani cambia entrambi i terzini (Dell’Orco e Benzar) che però deludono. Tachtsidis non riesce a dirigere l’orchestra e l’attacco resta a secco. Il gol di Pessina nel finale brucia tanto, soprattutto su Gabriel – il migliore tra i suoi – che non meritava di raccogliere per la quinta volta in due partite la palla dalla rete.

Gabriel, 6.5: dopo una settimana di critiche forse eccessive per i quatto gol incassati contro l’Inter, il suo primo intervento è strappa-applausi: ottimo il riflesso sul colpo di testa di Rrahmani al nono minuto. Bene anche al 37esimo quando mette il petto sulla conclusione ravvicinata di Lazovic, lanciato tutto solo verso la porta. Non può nulla sulla rete subita e alla fine è tra i migliori dei suoi.

Romario Benzar (ph.Stella)

Benzar, 5: dopo aver debuttato nel finale di gara a “San Siro” trova la sua prima maglia da titolare. Non una prestazione brillante la sua, fatta di tanta sofferenza per le continue incursioni di Zaccagni e soci. Poco preciso anche in fase di cross. Evidentemente ancora fuori forma, lascia il campo dopo un’ora di gioco.
dal 58′ Rispoli, : il suo ingresso non sortisce gli effetti sperati anche se la corsia destra si rivivacizza. Ammonito all’84esimo.

Lucioni, 5.5: pronti-via e sfiora il gol al 3′ con un colpo di testa che si spegne di pochissimo al lato. E’ lui a dettare tempi e spazi alla difesa che per vie centrali, a parte alcune mischie, rischia poco. Nell’unica vera incursione centrale, però, il Verona passa.

Rossettini, 5.5: l’Hellas preferisce agire per le corsie esterne e così lui non ha un gran da fare. Rimedia però  un cartellino giallo al 21esimo per un intervento pulito, ma col piede a martello.

Dell’Orco, 4.5: debutto assoluto per l’ex Sassuolo che prende in consegna la corsia mancina. Inizia col freno a mano tirato, senza una grande verve. Poi inizia a carburare, ma i ritmi non si alzano: gioca semplice, forse troppo, e perde un paio di palloni che potevano costare caro. Esce nel finale.
dal 82′ Calderoni, 5: entra e fa il suo, senza infamia ne lode.

Tachtsidis imposta (ph.Stella)

Tachtsidis, 5.5: primo tempo difficile da decifrare per lui che fa tanta fatica a impostare la manovra, riuscendo meglio nella fase di interdizione. Cresce nella ripresa, quando Henderson, che fino a quel momento lo tallonava stretto, viene richiamato in panchina.

Majer, 5.5: come sue solito, ci mette carisma e aggressività in mezzo al campo, riuscendo a stoppare un paio di azioni scaligere. Ad inizio  secondo tempo si divora una clamorosa opportunità di battere a rete dal cuore dell’area di rigore, depositando fuori. Al minuto 81 è lui a perdersi la corsa nel neo entrato Pessina che segna il più classico e amaro gol dell’ex.

Shakhov, 6- : prende il posto di Petriccione per dare maggiore fisicità alla linea mediana. Anche per lui è la prima assoluta in giallorosso. Poteva andare meglio? Sicuramente sì, ma tutto sommato non sfigura. Un paio di inserimenti interessanti che però non si concretizzano a dovere.
dal 65′ La Mantia, 6- : il suo ingresso da uno scossone al pacchetto offensivo. La sua fisicità è utile in area di rigore, anche se non gioca mai palloni realmente pericolosi.

Mancosu, 5: il capitano torna nell’undici titolare dopo aver smaltito l’infortunio rimediato in ritiro. Il primo pallone toccato costa la prima ammonizione del match a Kumbulla. Poi nulla più fino all’ultimo tentativo giallorosso del primo tempo. Nel secondo tempo la musica non cambia. Al minuto 86 va vicinissimo al pareggio, ma il suo tocco morbido viene toccavo provvidenzialmente da Silvestri.

Falco, 6- : che sia l’uomo con più estro di tutti non è certo un mistero. E’ lui a tentare di dare vivacità alla manovra, anche se la squadra non gira a dovere. Un paio di tiri dalla distanza stavolta non bastano.

Lapadula in contrasto aereo (ph.Stella)

Lapadula, 5.5: come ci ha abituati a vedere fin dai primi minuti in giallorosso non fa mancare corsa e sudore. In area di rigore, però, non fa sentire a dovere la sua presenza. Solo un colpo di testa, al 76esimo, che meritava un esito migliore.

Liverani, 5: aveva spiegato alla vigilia che sarebbe stata una partita tutta fisica e allora dentro Shakhov e Mancosu a centrocampo, con Petriccione in panchina. Rispetto alla partita di una settimana fa cambia entrambi i terzini e mette più muscoli a centrocampo con l’innesto di Shakhov. Il risultato non è dei migliori perchè con Tachtsidis che fa fatica a impostare, il Lecce si sposta sulle fasce, dove per gli ospiti sembrano avere un altro ritmo. Primo tempo di grande sofferenza giallorossa: nella ripresa getta nella mischia La Mantia, l’attacco acquista maggiore fisicità e anche il baricentro si alza. Deludono le ali, così come l’attacco che resta spuntato dopo 180 minuti. L’arrivo di Babacar potrebbe essere risolutivo in tal senso.



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