Lecce monumentale: Liverani cambia assetto e stoppa l’Inter. Le pagelle dei giallorossi

Il Lecce di Liverani imbriglia l’Inter di Conte e torna a muovere la sua classifica: pareggio prezioso per i giallorossi che si ritrovano soprattutto sotto l’aspetto motivazionale.

Un encomiabile Lecce ferma la corsa verso la vetta dell’Internazionale Milano, trovando un nuovo assetto tattico, ma soprattutto ritrovando quello spirito battagliero che da qualche tempo latitava. Liverani sceglie un 3-5-2 a specchio di fronte alla truppa di Antonio Conte e l’1-1 finale non fa che premiare le sue scelte. Sugli scudi davvero tutti, ma menzione speciale per Gabriel: il portiere oggi disputa forse la sua miglior partita in giallorosso.

Gabriel, 7.5: attento, preciso e puntuale. Non si fa prendere mai dalla paura di avere davanti una delle coppie-gol più prolifiche d’Europa. Uscite sempre tempestive e presa sicura: straordinario doppio intervento, di riflesso e rapidità, alla mezzora prima su Lautaro, poi su Brozovic. L’Inter tira praticamente da ovunque ma lui c’è sempre. Alla fine capitola sull’inserimento di Bastoni sul primo palo: non può farci nulla da quella distanza ravvicinata.

Dell’Orco, 6.5: per il cambio di modulo, gioca nei tre di difesa e lo fa seguendo a menadito le istruzioni impartite dai due colleghi di reparto. Ordinato, pulito e sempre in guardia.

Lucioni, 6.5: contro un Inter così serviva solo una partita al top della concentrazione e lui ne ha da vendere. Prende in consegna Lautaro Martinez, mica uno qualsiasi. Oltre un’ora di gioco di grande sostanza, ma poi si vede sfilare davanti Bastoni che, al 72’, manda in orbita i nerazzurri.

Rossettini, 7: tenere a bada tal Romelu Lukaku non è per niente facile, anche perché il belga dimostra una intelligenza tattica fuori dal comune. Molto bravo nelle chiusure, ma non si dimentica nemmeno un tentativo di battere a rete, da ottima posizione, completamente svirgolato.

Rispoli, 6.5: viene rispolverato come esterno della mediana a cinque ma l’indole del terzino resta innata. Parte a mille e servendo anche il traversone che Mancosu non riesce a correggere in rete. E’ sempre puntuale nelle chiusure aeree, ma talvolta lascia a desiderare se si trova ad impostare. Il suo tiro in avvio di ripresa non può impensierire Handanovic. Poi esce per far spazio a Falco.
dal 75’ Falco, 6.5: entra in campo, il Lecce pareggia e sfiora il gol con una punizione che spaventa Handanovic e Conte.

Donati, 7: il terzino destro stavolta deve ‘traslocare’ lungo l’out mancino. Ammonito al 20esimo con brivido VAR per un possibile cartellino rosso, poi scongiurato. Molto più propositivo rispetto al suo dirimpettaio (ma non sempre preciso al cross), fa valere la sua esperienza anche in difesa. Nel finale, dopo l’ingresso di Meccariello, ritorna a sinistra.

Petriccione, 7.5: con Tachtsidis in panchina, è lui a dirigere l’orchestra giallorossa. Tanta, tanta personalità per il goriziano che non va mai in affanno, accettando il rischio di giocate rapide nonostante i pochi spazi a disposizione.

Deiola, 7.5: seconda maglia da titolare consecutiva per lui che parte con qualche minuto di apnea. Poi viene fuori la sua personalità: più di qualche pallone recuperato, mai banale quando è in possesso, spazi sempre tenuti coperti e qualche iniziativa offensiva, non sempre premiata dai compagni. Sfodera un secondo tempo esemplare.

Mancosu, 7.5: non alle spalle delle due punte, ma mezzala nel centrocampo a cinque. Per il capitano subito una clamorosa palla gol sciupata, al sesto minuto: un piattone sinistro da pochi passi, alzato troppo. Un errore che forse lo condiziona per tutto il primo tempo perché sbaglia più di qualcosa, non da lui. Nella ripresa cambia la musica: con l’uscita di Lapadula, va ad affiancare Babacar in avanti e da lì trova il gol dal pareggio con una zampata da urlo. Poco dopo è costretto al cambio, stremato.
dal 82’ Meccariello, 7: entra nel finale per difendere il risultato, andando a giocare da quinto di difesa a destra. Subito due bei duelli di nervi con Borja Valero e Biraghi, a cui BigMac mette la museruola (rimediando anche un’ammonizione).

Lapadula, 6- : mezza giornata di febbre accusata in settimana non pare averlo indebolito. Di personalità ne ha tanta, così come spirito di sacrificio, ma quando ha l’occasione di battere a rete, non è preciso. Dopo un’ora di gioco viene richiamato in panchina, ma non la prende benissimo.
dal 61’ Majer, 7: lo sloveno torna in campo dopo tre giornate di assenza per infortunio. Prende posto nel folto centrocampo disegnato oggi da Liverani e da una sua iniziativa arriva il gol dell’1-1 realizzato da Mancosu.

Babacar, 6.5: un piattone dal limite dell’area appeso in curva, poi un colpo di testa che sfiora la traversa di Handanovic. Inizia così la sua partita: una partita fatta prevalentemente di corsa e polmoni, ma di poco cinismo. A fine primo tempo si procura il calcio di rigore che però Giacomelli annulla dopo il VAR. Nella ripresa si rivela prezioso come difensore aggiunto, ma lì davanti si sente ancora la sua assenza.

Liverani, 8: dopo un periodo in cui il suo 4-3-1-2 faticava a dare risposte convincenti, prova a cambiare assetto tattico, irrobustendo il centrocampo e affidandosi all’attacco di peso con Baba e Lapa. In fase di non possesso è la difesa a passare a cinque, con l’abbassamento degli esterni. Primo tempo di assoluto acume tattico, in cui il suo ‘nuovo’ Lecce, pur concedendo il possesso, non permette all’Inter di rendersi pericolosa. Stavolta la prestazione dei salentini dura 95 minuti e, senza snaturare l’iniziale assetto tattico, il risultato non può che premiare!

 



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