Dell’Orco, la famiglia in Lombardia e l’infanzia in Salento: “Lecce città stupenda. La nostra forza l’idea di calcio”

Il terzino giallorosso vive con particolare apprensione l’emergenza sanitaria: la sua famiglia vive a pochi chilometri da Codogno. “Per fortuna stiamo tutti bene. Mi alleno regolarmente per essere comunque pronto”.

Altro fine settimana senza attesa, senza convocazioni, senza adrenalina da partite. Il Lecce vive, come tutti, l’attesa che questo periodaccio passi in fretta e che quanto prima si ritorni alla normalità, sperando anche di poter vivere weekend di calcio.

Nel frattempo, la quarantena prosegue. I giallorossi seguono da vicino l’evolversi della situazione sanitaria, aggiornandosi quotidianamente sulle questioni legate alla ripresa degli allenamenti, al ritorno in campo e, ovviamente, al nodo-stipendi, vero nervo scoperto del calcio italiano.

Nell’incertezza del momento, a tenere compagnia ai tifosi questo pomeriggio è stato Cristian Dell’Orco: il terzino sinistro si è concesso ad una diretta sul canale Instagram dell’US Lecce, raccontando a tutto tondo le sue emozioni, le sue giornate e anche i suoi timori, considerata la sua città di nascita, a pochi chilometri dall’epicentro dell’epidemia.

“Sono originario di Sant’Angelo Lodigiano – spiega Dell’Orco – un paesino lombardo a pochi chilometri da Codogno: fortunatamente io e tutta la mia famiglia stiamo bene, ma la situazione è piuttosto grave e so di molti conoscenti che hanno perso persone care. Io sono rimasto a Lecce e con i parenti mi tengo a contatto con qualche videochiamata. Mio zio poi è di Spongano e per me il Salento è da sempre una seconda casa. L’obiettivo è uscire da questo tunnel il prima possibile: difficile ora ipotizzare quando potremmo tornare in campo. Ora restiamo in casa e teniamo duro”.

A casa continuo a mantenermi in forma: ho comprato qualche attrezzo, mi alleno regolarmente per essere sempre pronto. Lo staff ci segue costantemente, anche con programmi personalizzati. Poi tante serie TV con la nuova stagione de “La Casa di Carta” e molta musica (tra i preferiti Ultimo, Negramaro e Marracash)”.

Quotidiani, però i contatti con il resto del gruppo: “ci sentiamo spesso con il resto della squadra, io sopratutto con Andrea Rispoli: siamo arrivati insieme questa estate a Lecce, condividiamo la stanza durante i ritiri, e con lui c’è un rapporto che va al di là dello spogliatoio. Il più pazzo del gruppo? Fino a gennaio Tabanelli. Ora abbiamo Lapadula, che è sempre allegro e vivace”.

“Gruppo con una precisa identità”

Lukaku chiuso da Dell’Orco (ph.Paliaga)

Dell’Orco è uno dei nuovi, e giovani, volti di questo Lecce: arrivato in Salento in estate, il classe ’94 è stato prelevato dal Sassuolo in prestito con diritto di riscatto. Ad oggi nove presenze in campionato con la maglia giallorossa: con lui in campo sono arrivate cinque sconfitte, tre pareggi e una vittoria (contro la Spal, quando è entrato nel finale).

Impiegato anche come centrale difensivo durante l’emergenza di dicembre, lui ha provato sempre a mettersi in mostra: la sua prestazione contro l’Inter (schierato nella difesa a 3) è probabilmente la miglior gara della sua stagione.

“Sicuramente quella contro i nerazzurri è la gara che più mi ha inorgoglito: siamo riusciti ad imbrigliare una vera corazzata. Anche dal punto di vista personale è stata la partita che mi ha esaltato di più e dalle mie parti avevo Lukaku.

Un’altra bella emozione è stata quella al rientro da Napoli in stazione: dopo una gara fantastica, siamo stati travolti dall’affetto della gente che ci fa sempre sentire il suo calore. La prima volta che sono entrato al ‘Via del Mare’ mi sono subito emozionato: vedere quella Curva è incredibile. I tifosi non smettono di sostenerci e per noi è fondamentale. L’episodio meno felice? Certamente l’espulsione contro il Verona.

Nasco terzino in una difesa a quattro, anche se in carriera spesso mi è capitato di agire da centrale, sia nella linea a tre, sia in quella a quattro. Il mio della mia infanzia? Sono cresciuto interista e ammiravo Javier Zanetti”.

Chiosa finale sulle chances di salvezza del Lecce: “il nostro obiettivo passa da una precisa identità che ha questo gruppo. Ogni partita cerchiamo di dire la nostra, di imporre il nostro gioco. Non sempre ci riesce alla perfezione, ma non rinunciamo mai alla nostra idea di calcio. Un po’ come accadeva all’Empoli lo scorso anno, dove ho militato sfiorando una salvezza che avrebbe avuto dell’incredibile.

La città? E’ stupenda: non la conoscevo, avendo frequentato fin da piccolo il mare del Salento. Si vede bene,  Pasticciotto o rustico? Impazzisco per il rustico”, confessa infine Dell’Orco.



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