Lecce mai domo, Lapadula è l’uomo della provvidenza: le pagelle

Mancosu e Lapadula, due autentici simboli di questo Lecce, riaccendono le speranze giallorosse: a Udine gara di enorme sacrificio e adesso il Genoa trema.

Il Lecce risale sulla carrozza, quella che porta la scritta “speranza”. Un’altra gara di enorme sacrifico per i salentini che stavolta a Udine capitalizzano al massimo le occasioni create. A mettere la firma sul successo il duo Mancosu-Lapadula, simboli di questo Lecce tutto cuore, dopo l’iniziale svantaggio. Il Genoa, in contemporanea, ne prende 5 dal Sassuolo: in classifica le due formazioni sono distanti un solo punto e domenica sera, nell’ultima giornata, si decide tutto.

Gabriel, 6: ottimo il suo riflesso sulla zampata di De Paul che, al 34esimo, va vicino al gol. Poco dopo, però, lo buca Samir: ha qualche colpa perché nell’area piccola, insegnano alla scuola calcio, i palloni devono essere tutti del portiere.

Donati, 8: con Rispoli squalificato tocca sempre a lui governare la corsia destra. Ingaggia un bel duello tutto in velocità con Sema che lo vede spesso vincere i contrasti. Nel finale (quando viene anche ammonito), nel forcing disperato dei salentini, lui è costantemente una soluzione in più. Un vero gladiatore.

Lucioni, 6.5: l’ennesima gara di sostanza per lui, che guida una difesa non sempre precisa. Lui, però, non va mai in apprensione, se non in occasione di un colpo di testa di Okaka in avvio di partita con cui l’Udinese sfiora il vantaggio. Sempre concentrato, ha tra i piedi la palla del possibile 1-2, ma al 78esimo, in area di rigore avversaria, spara al lato.

Paz, 6: uscito nel finale nella gara contro il Bologna, affianca sempre lui Lucioni nel cuore della difesa. Ammonito al 22esimo: un giallo che mette fine alla sua stagione (salterà per squalifica l’ultima contro il Parma) e che lo condiziona finché resta in campo, prima di essere sostituito.
dal 51′ Meccariello, 6.5: buona parte di secondo tempo per lui che entra al posto dell’ammonito Paz. Il suo apporto è prezioso, sia dietro sia davanti, quando servono le torri in area. Domenica farà coppia con Lucioni nell’ultima, disperata, battaglia.

Calderoni, 6.5: dopo quattro partite saltate per infortunio, ritrova finalmente la maglia da titolare. Buona la sua prova, fatta soprattutto di cuore e corsa. I cross, però, non sempre sono calibrati bene e diventano facile preda di Musso. Giallo proprio a fine primo tempo e, in avvio di ripresa, si stira la coscia ed è costretto ad uscire.
dal 52′ Dell’Orco, 6: entra un po’ a freddo per l’improvviso forfait di Calderoni. Fa il suo, senza strafare e senza correre particolari rischi.

Petriccione, 6.5: dopo l’ottimo ultimo spezzone di match a Bologna, torna titolare a dirigere l’orchestra giallorossa. Ogni azione passa dai suoi piedi che dimostra, una volta ancora, una buona visione di gioco. Esce nel finale facendo posto ad un compagno più fisico.
dal 83′ Tachtsidis, 6: entra dopo il vantaggio di Lapadula con il chiaro compito di mettere il fisico davanti agli arrembaggi finali dell’Udinese.

Barak, 7: l’ex di turno (ancora per poco) è una pedina irrinunciabile per Liverani. Si perde, letteralmente, Samir che al 36′ manda in vantaggio i padroni di casa, ma si rifà con una prestazione di legna e corsa. Serve lui la palla del 2 a 1 a Lapadula, chiudendo una bella azione in fraseggio.

Mancosu, 7.5: stavolta no, non poteva sbagliare. Il cecchino della squadra, dopo due rigori sbagliati di fila, torna a gonfiare la rete per la quattordicesima volta in stagione. Alza, però, bandiera bianca poco prima dell’ora di gioco quando, cadendo male al suolo dopo un tentativo di testa, accusa un botta alla schiena che gli spezza il respiro.
dal 58′ Majer, 7: entra e ci mette subito sostanza. Quello che serviva per portare a casa 3 punti che ridanno fiducia.

Shakhov, 6.5: un po’ a sorpresa rispetto alle previsioni della vigilia, prende il posto di Saponara accanto a Falco e alle spalle di Lapadula. Per la prima parte di gara viene poco coinvolto dai compagni ma col passare del tempo entra spesso nel vivo dell’azione.

Falco, 6.5: ha sfiorato l’impresa a Bologna, andando vicino ad una doppietta che sarebbe stata di vitale importanza per il Lecce. Oggi comincia proprio da dove aveva finito domenica scorsa, costantemente cercato dai compagni. Da un suo traversone in area arriva il tocco di mano di Becao per il rigore del pareggio. Per il resto, il solito funambolo, anche se a volte impreciso.

Lapadula, 10: un gol pesantissimo che riaccende prepotentemente le speranze del Lecce. Al minuto 80 chiude in gol una triangolazione con Barak in area friulana. Encomiabile, come sempre, il suo impegno: guida un attacco spinto specialmente dalla forza della disperazione. Nonostante una condizione fisica precaria, si danna dal primo al gol, quando deve uscire con la caviglia dolorante. Il voto, il massimo, è per il cuore messo in campo, non solo oggi.
dal 82′ Saponara, 6: ultimo scampolo di partita per lui, chiamato a tenere la palla più lontano possibile dalle parti di Gabriel.

Liverani, 8: fino alla fine, fino all’ultimo respiro. Lo aveva detto già un anno fa, a luglio: sarebbe un grande successo se il Lecce riuscisse a giocarsi le sue chance fino all’ultimo minuto dell’ultima giornata. Dopo un KO, quello di Bologna, che poteva risultare deleterio, sbagliare l’approccio anche alla “Dacia Arena” sarebbe stato deleterio. Eppure il Lecce si ritrova costretto comunque a rincorrere dall’iniziale svantaggio, ma stavolta le motivazioni fanno la differenza. I suoi gli danno tutto, e anche di più: lui rimette tutti sul treno della speranza-salvezza e adesso, contro il Parma, potrebbe confezionare, forse, il miracolo sportivo più bello della sua carriera.



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