Lecce, con l’Ascoli altro passo indietro. Le pagelle: disastro Coda

Passato in vantaggio con Stepinski, il Lecce sciupa l’inverosimile con Coda e Mancosu. Si salvano davvero in pochi.

Un altro brutto Lecce incassa la seconda sconfitta interna della stagione. Contro un Ascoli venuto in Salento con la giusta mentalità – anche sporca quando serviva – i giallorossi passano in vantaggio con un colpo di testa di Stepinski. Un gol solo illusorio perché da quel momento in poi sarà un festival dell’errore: lo stesso Stepinski regala l’azione del pari ai bianconeri, poi Coda sciupa l’inverosimile e nel finale ci si mette anche capitan Mancosu che fallisce il calcio di rigore che poteva vale il pareggio. Corini va nel caos, non rischia e stavolta viene punito malamente.

Gabriel, 6: incolpevole sul primo gol, nella ripresa si fa sempre trovare pronto. Evita in una prima occasione lo svantaggio grazie a due interventi prodigiosi, ma dopo dopo non gli riesce l’ennesimo miracolo.

Maggio, 5.5: subito fiducia per l’esperto ex Benevento, preso da Corvino per sostituire lo sfortunato Adjapong (operazione al tendine effettuata oggi e perfettamente riuscita, ndr), ma destinato a diventare una delle colonne in questa seconda parte di stagione. Il primo pallone toccato non è dei migliori: sarà l’emozione. Poi diventa ordinato, ci mette esperienza, ma è poco ficcante.

Lucioni, 5.5: in occasione del gol subìto l’intera difesa viene presa contro tempo e lui non poteva certo fare miracoli. Tenta di tenere botta ad un Ascoli arrembante e spavaldo e Dionisi gli procura non pochi grattacapi. Nel corso del secondo tempo salva sulla linea li possibile 1-3.

Pisacane, 5.5: divenuto ormai presenza fissa nel cuore della difesa, l’ex Cagliari gioca tutta la gara con l’ammonizione sul groppone, rimediata già al 8′. Forse proprio questo lo limita un po’ in occasione del pareggio marchigiano è lui che Dionisi mette a sedere prima di punire Gabriel. Resta negli spogliatoi nel corso dell’intervallo.
dal 45′ Meccariello, 5.5: fresco di rinnovo contrattuale, rileva il compagno ammonito per il secondo tempo. Peccato che dopo 8 minuti anche lui finisce sul taccuino dei cattivi. Per il resto, gara senza infamia né lode.

Zuta, 5.5: dopo una prestazione così-così sul campo del Pordenone, lo svedese si dimostra oggi più ordinato e poco incline a strafare. Arriva sul fondo più del suo dirimpettaio, ma non riesce a lasciare il segno.
dal 82′ Gallo, 6: entra con il piglio giusto e a questo punto non si spiega perché per lui c’è così poco spazio. Aggressivo, rapido e voglioso adesso lui meriterebbe di più.

Tachtsidis, 5.5: ha morso il freno la settimana scorsa a causa della squalifica, e oggi torna a dirigere l’orchestra giallorossa. Alterna ottime giocate in anticipo, con gravi errori in fase di impostazione. Al 19esimo va vicino al gol con un bel tentativo dalla distanza respinto in angolo dal portiere avversario. Ammonito nel corso del primo tempo, lascia il campo dopo l’ora di fioco.
dal 65′ Nikolov, 6: approccia molto bene al match e mette subito la legna che fino a quel momento mancava. Nel finale sfiora anche il gol con un colpo di testa che Leali respinge di gran riflesso.

Hjulmand, 6.5: un po’ a sorpresa, mister Corni lo propone mezzala, accanto a quel Tachtsidis che una settimana fa aveva sostituito in regia. Il giovane danese dimostra ancora una volta tutto il suo talento con giocate di qualità ottimi interventi in uscita. Decisamente tra i migliori in campo e l’impressione è che davanti alla difesa possa rendere ancora di più, proprio come dimostra dopo l’uscita di Tachtsidis.

Henderson, 5: nell’ultima uscita è subentrato dalla panchina dando più vivacità alla linea mediana. Così oggi torna nell’undici titolare ma la sua prestazione è opaca. Nella sua mattonella d’azione l’Ascoli fa quel che vuole: lui è inesistente in fase di interdizione e sulle seconde palle non riesce mai ad arrivare. Nel secondo tempo lascia spazio a Majer.
dal 64′ Majer, 5.5: il suo innesto non aveva un gran che di senso. Con il Lecce sotto di una rete serviva qualcosa di più dinamico, capace di suonare la carica. Caratteristiche difficilmente rintracciabili in lui.

Mancosu, 4.5: il capitano viene da alcune settimane di estrema fatica fisica, in cui la condizione è apparsa non delle migliori. Il suo status si conferma anche oggi che si accende solo ad intermittenza. E’ suo il primo tiro in porta del match, ma sono tanti gli appoggi fuori misura. A certificare il periodo-no il brutto errore dal dischetto del penalty al 90′: una pallone calciato così significa non avere idee e non essere lucidi. Non è da lui.

Stepinski, 6- : poco partecipe e pericolo nella sfida della settimana scorsa, cerca riscatto. Ci mette 21 minuti ad uscire dall’anonimato iniziale. La sua inzuccata vale il vantaggio, ma poco dopo commette l’erroraccio in uscita che costa il pari di Dionisi. Un brutto errore che costa caro e che probabilmente lo condiziona fino all’uscita.
dal 64′ Rodriguez, 6.5: anche con una condizione fisica non ottimale, il ragazzo è davvero l’uomo della provvidenza. Con lui in campo l’attacco giallorosso si rianima: non segna, ma al 90esimo conquista il rigore che poteva valere il pari. Mancosu però vanifica tutto.

Coda, 4.5: stavolta l’insufficienza è grave perché da lui così tanti errori non sono proprio ammessi. Contro il Pordenone il suo gol non è bastato per portare a casa il bottino pieno, ma oggi i suoi errori costano ancora di più: prima di divora la palla del possibile 2-0, poi nella ripresa sciupa anche il possibile pareggio.

Corini, 4.5: con qualche pezzo nuovo di ricambio arrivato dal mercato di riparazione, decide di puntare subito di Maggio, dal qualche cerca esperienza e solidità. Per la linea mediana torna ad affidarsi a Panagiotis Tachtsidis, ma decide anche di riproporre Hjulmand, ma stavolta come mezzala insieme a Henderson. Tutte mosse che potevano anche starci, ma che alla fine non pagano. E’ vero che il Lecce passa in vantaggio e sciupa fin troppe occasioni, ma mentalmente la sua squadra è un disastro: l’Ascoli fa il bello e cattivo tempo e i padroni di casa finiscono per consegnarsi alla squadra di Sottil. Anche nei cambi è sembrato che il mister non abbiamo voluto rischiare qualcosa di diverso. L’impressione è che questo Lecce faccia troppa fatica a ritrovare se stesso e questo stallo sta andando avanti da fin troppo.