C’era da riscattare Brescia, ma alla fine c’era da riscattare un primo tempo ben interpretato, ma concluso sotto di due reti. Il Lecce mostra i muscoli e reagisce alla grande: contro la Cremonese, andato in doppio svantaggio con un uno-due micidiale, nella ripresa sfodera tutto il suo arsenale e riprende un match che, altrimenti, sarebbe costato molto. Non solo sul piano della classifica. Coda, Dermaku, ma anche Gabriel mettono il timbro su un bel 2-2 con Falco e Paganini vicini al ribaltone. Eugenio Corini ha ancora molto su cui lavorare, ma l’impressione è che questo Lecce, trovata la quadra, possa fare la voce grossa.
Gabriel, 8: ingaggia subito un bel duello con Gaetano che prima lo impensierisce dalla distanza al 10′, ma lui si oppone bene; poi lo beffa alla mezzora su calcio di punizione, nettamente deviato dalla barriera. Poco dopo lo batte anche Valzania che lo colpisce sul secondo palo. Sembra avere poche colpe. Nella ripresa sale in cattedra: da vedere e rivedere i suoi interventi di puro istinto in meno di due minuti su Terranova e Ciofani.
Adjapong, 7.5: scampato il pericolo-covid dalla Nazionale U21, il modenese si prende la corsia destra. Facilità di corsa impressionate per lui che ha uno spiccato senso della posizione. Macina chilometri.
Lucioni, 7: capitano di giornata, trova un nuovo compagno di reparto. Con Dermaku guida il pacchetto difensivo con la solita sicurezza nei propri mezzi. Sui gol subiti non ha colpe. Entra in difficoltà solo nella seconda parte di ripresa, quando dalle sue parti inizia ad agire il possente Ciofani.
Dermaku, 7.5: esordio in giallorosso assoluto per lui che non fa in tempo nemmeno a presentarsi che già entra nella storia del club. Deve sostituire Meccariello nel cuore della difesa, apparso in bambola a Brescia, e con Lucioni forma una coppia di sicura affidabilità. Ha il grande merito di rimettere i suoi nuovi compagni in partita in avvio di secondo tempo.
Zuta, 6: dopo una primissima parte di stagione ‘adattato’ a destra, Corini finalmente lo posiziona a sinistra, fascia di sua competenza da sempre. Parte molto bene, sgroppando per tutto l’out mancino. Meno efficace in fase di contenimento e lo 0-2 di Valzania ne è una lampante dimostrazione. Comunque è un ottimo innesto per questo Lecce.
dal 86′ Calderoni, 6.5: tenuto a riposo per il turno infrasettimanale, entra in campo solo per gli ultimi minuti, dando tutto.
Tachtsidis, 7: era l’uomo più atteso. Dopo le mille polemiche (e la mancata convocazione di Brescia), sembra essere tornato il sereno e così mister Corini lo ripropone in cabina di regia, per la prima maglia da titolare dell’anno. Piaccia o meno, la sua presenza in campo è fondamentale per ordine e geometria. Da un suo fallo nasce la punizione del vantaggio ospite, ma non è una colpa. Ottimi i suoi colpi a servire gli attaccanti.
Majer, 5.5: anche oggi ha dimostrato di non essere al meglio della condizione. Bocciato da play, quello dell’interditore è il suo ruolo. Efficace solo a tratti, si addormenta al 33esimo, quando accompagna Valzania sul limite dell’area senza andare in contrasto e il numero 14 grigiorosso trova la rete del raddoppio. Resta negli spogliatoi nel corso dell’intervallo.
dal 45′ Stepinski, 6.5: titolare a Brescia, entra nella seconda parte della gara per cercare di riprende una situazione che sembrava disperata. Fondamentale il suo apporto nell’economia del match, soprattutto in occasione del pareggio quando, prima di servire Coda, difende la palla in area in maniera magistrale.
Henderson, 6.5: una spina nel fianco nel centrocampo lombardo. Il suo lavoro sporco è utile a spegnere alcuni tentativi della truppa di Bisoli di rendersi pericolosa: quando vede il pallone, lui ci deve essere. Un gran lottatore.
Falco, 7: si scrive Falco si legge fantasia. Dai suoi piedi passa praticamente ogni azione degna di nota: lui ci mette sempre il suo pepe e si perde il conto dei falli da ammonizione costati alla Cremonese. Si procura un paio di buone occasioni, ma quella più ghiotta la spreca pochi secondi prima di uscire, depositando di poco alto sulla traversa.
dal 78′ Bjorkengren, 6: dopo aver debuttato venerdì scorso, timbra il suo primo cartellino anche in casa.
Listkowski, senza voto: meno di venti minuti in campo per lui che, dopo un paio di belle accelerate, accusa un problema al flessore sinistro e chiede immediatamente il cambio.
dal 19′ Paganini, 6.5: esordio al “Via del Mare” per lui che entra un po’ a freddo causa acciacco di Listkowski. Si posiziona nel tridente offensivo, ma non si rende particolarmente pericoloso. Fino al 93′ quando, all’ultimo secondo, si vede negata la gioia di un clamoroso 3-2.
Coda, 8: si riprende il ruolo di punta di sfondamento titolare e si merita, certamente, la palma di migliore in campo. Fa fatica a pungere per tutto il primo tempo, ma nella ripresa suona la carica: propizia il gol dell’1-2 di Dermaku, sfiora di testa il pareggio al 48′ e all’ora di gioco, finalmente, buca Volpe. Si galvanizza e va vicino più volte alla doppietta.
dal 77′ Pettinari, 6: taglio costante sul primo palo, da vero grande attaccante. Tanto movimento per lui che presto, siamo certi, si ritaglierà un posto importante.
Corini, 7.5: un’ottima prima mezzora che fa ritenere come la volontà è quella di mettersi il 3-0 di Brescia alle spalle immediatamente. Punta su una formazione molto più competitiva di venerdì sera, con l’esordio di Dermaku nel cuore della difesa, Zuta-Adjapong ali e il ritrovato Tachtsidis a dirigere (anche se Listkowski dura solo 20′). Il Lecce parte a mille, anche possesso ed azioni e a mancare pare essere solo il gol. Poi il blackout. La deviazione sul gol di Gaetano pare avere un effetto devastante sui giallorossi che pochi minuti dopo concedono il bis agli uomini di Bisoli. Nella ripresa si affida all’artiglieria pesante: fuori Majer, dentro Stepinski e la musica cambia notevolmente. Dermaku e Coda pareggiano i conti e i suoi ragazzi vanno vicinissimi anche al ribaltone (che sarebbe stato ampiamente meritato). E’ vero, ci sono ancora molte cose da sistemare, ma il Lecce se si accende mette i brividi.