Il Lecce, ormai, sa solo perdere

Dopo la bruttissima prestazione di Salè², la sconfitta in Coppa Italia con il Perugia, ci si aspettava il riscatto degli uomini di Lerda. Invece, stessa gara e stesso copione delle ultime scarse apparizioni. Il Lecce ha perso in casa contro il Sudtirol di mister Vecchi e qualcuno

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Il Lecce, ormai, sa soltanto perdere. Ma ciò che preoccupa ancor di più è il modo in cui lo fa: disattenzione, nervosismo, paura. Della squadra schiacciasassi che, all’inizio del campionato del Girone A di Lega Pro sembrava dovesse fare un sol boccone delle avversarie, ridotte a semplici sparring partner, non è rimasto nulla.

Nelle ultime tre partite (due di campionato, una di Coppa Italia) il Lecce ha perso tre volte, incassando sette reti e segnandone soltanto una. Dal recupero infrasettimanale con il Lumezzane, dopo che la partita era stata rinviata per neve, i salentini sembrano essersi smarriti: la porta degli avversari è diventata ormai un miraggio, mentre la propria un autentico tiro a segno da parte degli avversari, mentre a centrocampo si lasciano praterie che non si riescono a coprire.

I tifosi, ormai spazientiti, si domandano cosa stia accadendo, attribuendo gli scarsi risultati certamente non alla cifra tecnica della compagine, poiché, con tutto il rispetto di Lumezzane, Feralpisalò e Sudtirol, sembra proprio non esserci storia uomini alla mano.

Evidentemente le motivazioni di tutte queste sconfitte dovrebbero essere rintracciabili all’interno dello spogliatoio e forse non tutto si spiega con il calo di tensione che ha preso calciatori che si ritengono sprecati per la categoria e che dopo le prime uscite hanno pensato di sconfiggere gli avversari senza metterci tanto impegno.

Il Lecce è giù sul piano del fiato, della condizione atletica; ma sono soprattutto l’approccio psicologico e caratteriale impalpabili a destare preoccupazione alla tifoseria.

Certamente la proprietà in questa settimana farà sentire la sua voce, anche se sono da escludersi decisioni tecniche al momento affrettate.