Il momento è giunto, finalmente, la lunga squalifica dovuta alla presunta gomitata e alle eccessive proteste dopo il provvedimento disciplinare preso dal direttore di gara, ha avuto termine. Cinque giornate all’inizio, ridotte poi a quattro a seguito del ricorso presentato dal sodalizio di ‘Piazza Mazzini’, hanno privato la squadra giallorossa dell’uomo che più di ogni altro in questa stagione ha fatto la differenza. Davide Moscardelli, così, a due giornate dal termine è nuovamente a disposizione del tecnico Alberto Bollini, pronto a dare il suo contributo per quella che al momento appare un’impresa difficile da compiere, se non impossibile: raggiungere il quarto posto in classifica che significherebbe Play Off e un’ulteriore occasione di agguantare la promozione al campionato cadetto.
“Mi è venuto un po’ da ridere quando ho saputo che Denis per un pugno in faccia ad un avversario ha preso cinque giornate di squalifica come me. Per quel che mi riguarda è andata così e non si può cancellare. Sono dispiaciuto per essere mancato alla squadra. Una squalifica così lunga non l'ho mai avuta in carriera.
Nel corso della mia assenza non è mancato nulla sul piano del gioco, c’è, però, sempre stato il problema che ha attanagliato la squadra nel corso dell’intera stagione, anche quando sono sceso in campo io e con tutti gli allenatori: la mancanza del gol. Lo spirito giusto, però, c’è sempre stato; siamo un bel gruppo e ci teniamo a raggiungere il quarto posto.
Vedere la partita da fuori è strano e non sono abituato a farlo. Se non si gioca e si siede in panchina la si vive in maniera differente. Ad ogni modo esperienze come il lungo stop a cui sono stato costretto fortificano. Ho fatto un errore che non ripeterò più. Ho lanciato la maglia sul terreno di gioco e sono molto rammaricato perché è stato un brutto gesto nei confronti dell’affetto che i tifosi nutrono per questi colori. Il mio, però è stato un comportamento dovuto alla situazione e non ad altro.
Fa rabbia per il modo in cui abbiamo buttato al vento alcune partite e alcuni risultati, ma adesso è troppo facile dirlo ed è sbagliato farlo. Mancano ancora due gare e bisogna vincerle e sperare che qualche risultato vada a nostro vantaggio.
Speriamo che tutti giochino partite vere e penso che sarà un campionato vero fino alla fine. Il Matera potrebbe avere un calendario più facile, le altre compagini hanno già un posto assicurato, ma sono certo che vorranno concludere bene il campionato.
Arriviamo in forma a questi due appuntamenti finali, perché sappiamo che questa è veramente l'ultima spiaggia. Bisognerà pensare a noi stessi e non agli altri perché se non sarà così i risultati delle concorrenti saranno inutili. Il gruppo si allena bene e non vediamo l'ora di scendere in campo. Io soprattutto. Sappiamo che non sarà semplice per noi, ma così è sempre stato e sarà meglio perché avremo una motivazione in più per fare bene.
Sono contento per Doumbia. È stato obiettivo di molte critiche, ma ha fatto bene senza mai proferire una parola fuori posto. Ripeto, il nostro è un bel gruppo e speriamo di arrivare alla fine.
Sicuramente le parole del mister sono belle, ma anche un po’esagerate, ci sono state partite nelle quali non ha fatto bene e non ho segnato. Gli attestati di stima del mister mi danno una motivazione in più. Non sono un peso, bensì una carica e spero di tradurre in fatti queste parole. Mi manca il campo, mi manca il goal e sono carico
Chi mi conosce è rimasto stupito per la lunga squalifica. Quando Papini ha segnato contro il Benevento e ha esultato indossando la barba, amici che non conoscevano quello che era avvenuto mi hanno telefonato per sapere se fossi infortunato e quando ho risposto che avevo preso cinque giornate di squalifica non volevano crederci. È stata una bella manifestazione di stima, ma ne avrei volentieri fatto a meno”.
Il ritorno del bomber. Moscardelli, ‘Mi mancano il campo, il gol e sono carico più che mai’
Parla l’attaccante italo-belga fermo da un mese a causa della maxi-squalifica. Domenica tornerà in campo per guidare l’attacco giallorosso. ‘Dispiaciuto per il gesto di aver lanciato la per terra la maglia’.