Il Lecce rimane in A: qual è l’impatto economico sui conti della società

Se per le retrocesse esiste il cosiddetto “paracadute”, pensato per ammortizzare il calo di introiti legato alla perdita della categoria, chi si salva non ha diritto a questo indennizzo.

Mantenere la categoria, dunque, rappresenta un traguardo che va ben oltre il semplice risultato sportivo: è a tutti gli effetti un successo finanziario. Se per le retrocesse esiste il cosiddetto “paracadute”, pensato per ammortizzare il calo di introiti legato alla perdita della categoria, chi si salva non ha diritto a questo indennizzo. Tuttavia, come vedremo, rimanere in A significa poter contare su risorse economiche considerevoli, per costruire senza dover per forza smantellare. Un po’ come i bonus dei migliori bookmakers online, comparabili attraverso le analisi di sitiscommesse.com: un ottimo punto di partenza per lo studio di quote e servizi streaming relativi alla prossima stagione.

Il valore economico della salvezza per il Lecce: i diritti tv

Per i club, la fetta più cospicua e sostanziosa della torta è ovviamente rappresentata dai diritti televisivi. Il sistema di ripartizione sancito dalla Lega Serie A prevede che le società si spartiscano un bottino da oltre un miliardo di euro: ognuna riceve una quota fissa e una variabile, legata a fattori come bacino d’utenza, risultati sportivi (storici e recenti) e audience televisiva.

In Italia, in media, le piccole possono contare su un tesoretto compreso tra i 30 e i 40 milioni di euro ciascuna a stagione: in base al piazzamento e agli altri criteri, il Lecce ha percepito dai 38 ai 40,1 milioni nelle ultime annate. È verosimile pensare che anche per la prossima stagione l’importo sarà analogo. In B, invece, le cifre crollano drasticamente: i diritti tv portano nelle casse dei singoli club non più di 4-5 milioni all’anno, con conseguenze dirette sulla loro sostenibilità finanziaria.

Ricavi da stadio e sponsor: l’appeal della Serie A

C’è poi un altro aspetto da valutare: giocare in Serie A attira più spettatori allo stadio, a cominciare da chi non vede l’ora di vedere all’opera Inter, Juventus, Milan e le altre grandi. Questa tendenza, per le società, si traduce in maggior affluenza, più abbonamenti, più vendite ai botteghini. Ma, a prescindere dalle “big”, quella giallorossa si è confermata anche in questa stagione come una delle piazze più calde d’Italia, con una media spettatori di poco superiore alle 26mila unità nelle gare disputate al “Via del Mare”.

Com’è ovvio che sia, anche gli stessi sponsor sono più attratti da una squadra che milita nel massimo campionato, dove la visibilità è nettamente superiore. La maglia del Lecce in Serie A “vale” di più, finendo più spesso in diretta televisiva e di conseguenza nelle case di milioni di appassionati. Questa è una ghiotta opportunità per gli investitori, disposti a pagare profumatamente per vedere comparire il loro marchio sulle divise di gioco.

Lecce in Serie A: progettualità ed effetto leva sul mercato

Come accennato, la salvezza per i salentini significa poter dare valore al progetto: mantenere uno zoccolo duro di giocatori e società, programmare gli investimenti, migliorare le infrastrutture. Ogni anno nella massima serie, insomma, aumenta la credibilità del progetto tecnico. C’è però da segnalare la dipartita di mister Giampaolo, il quale ha interrotto il rapporto lavorativo con i salentini.

Una squadra di Serie A, infine, può mantenere e valorizzare i propri giocatori in rampa di lancio. Il Lecce, in tal senso, si è dimostrata un’importante fucina di talenti: le cessioni di Gendrey, Pongracic, Hjulmand e soprattutto Dorgu hanno riacceso i riflettori sulle eccellenti capacità di scouting del direttore Corvino. Con la permanenza in Serie A ci sarà da divertirsi: la vera sfida per i giallorossi sarà quella di trasformare questa salvezza nella prima tappa di un percorso ancor più duraturo.