Retrocessione in Lega Pro e partenza in campionato con cinque punti di penalizzazione. Sono le richieste avanzate dal Procuratore Federale, Stefano Palazzi, nella giornata di oggi, nel corso del processo di primo grado sul caso Catania.
A carico del presidente Antonino Pulvirenti e del sodalizio siciliano pende l'accusa di responsabilità diretta per le presunte combine in sei partite dell'ultimo campionato di Serie B.
La sanzione richiesta dalla pubblica accusa può sembrare blanda, ma il magistrato napoletano ha motivato la sua istanza con il fatto che la fattiva collaborazione di Pulvirenti merita, visto che in questi casi è molto rara, una premio.
Per quanto riguarda gli ex deferiti, invece, è stata stralciata la posizione dell'agente di calciatori Michele Arbotti, mentre, per l'ex amministratore delegato della società etnea, Pablo Cosentino e per il dirigente Piero Di Luzio la richiesta di Palazzi è di cinque anni di inibizione più la preclusione e tre anni di inibizione in continuazione con un'ammenda di 60 mila euro.
Certamente questa decisione da parte del Procuratore Federale non piacerà al presidente della Lega di Serie B, Andrea Abodi che qualche giorno fa aveva preso una posizione netta al riguardo dichiarandosi decisamente contrario al patteggiamento e chiedendo che venissero infitte pene esemplari come, per fare un solo esempio, la radiazione. Adesso bisognerà vedere come si evolveranno i fatti nelle prossime giornate.
Intanto la Virtus Entella è stata ammessa come parte terza al processo. Il club ligure, che nella scorsa stagione ha perso il playout di Serie B è stato ritenuto dal tribunale Nazionale della Federazione Italiana Giuoco Calcio come portatore di “interesse sussistente”.
Per Pulvirenti e Cosentino, inoltre, il primo provvedimento esecutivo arriva dalla Questura di Catania per i due, infatti, è stato decisa la misura del Daspo per cinque anni, per cui, per la durata di un lustro non potranno assistere, neanche da semplici spettatori, alle manifestazioni sportive.
Adesso la palla passa nelle mani – o nei piedi – del presidente del Tribunale, Sergio Artico che dovrà valutare la congruità della pena.
