
Quando prendeva la palla e si accingeva a calciare una punizione dagli spalti partiva un unico coro: ‘Beto, Beto, Beto mina la bomba, mina la bomba’. Era il 1985 e il primo Lecce in Serie A di Eugenio Fascetti parlava argentino: dal Sud America giunsero due fuoriclasse portati in Salento da quella vecchia volpe che è stata Mimmo Cataldo, il mitico direttore sportivo del presidentissimo Franco Iurlano. Si trattava di Pedro Pablo Pasculli e Juan Alberto Barbas detto Beto. Uno attaccante di razza, l’altro centrocampista dalla classe sopraffina.
L’8 marzo 2023 il Comune di Lecce consegnerà una targa proprio a Beto Barbas, all’Open Space di Piazza Sant’Oronzo alle 11.30.
Parliamo di uno dei giocatori più amati nella storia calcistica e più in generale sportiva di Lecce, impegnato in settimana in un tour promosso dall’Associazione Salento Giallorosso.
A consegnare la targa saranno il sindaco Carlo Salvemini e l’assessore allo Sport Paolo Foresio, con la partecipazione dei rappresentanti della formazione Primavera dell’U.S. Lecce.
Barbas ha giocato nel Lecce dal 1985 al 1990. Ha conosciuto la gioia della prima promozione che si respirava in città, l’amarezza della retrocessione in Serie B, la delusione degli spareggi persi nell’annata a guida Santin- Mazzone, la felicità della riconquista della massima serie e l’entusiasmo per la permanenza che i giallorossi conseguirono matematicamente ad Ascoli Piceno grazie ad un gol su punizione proprio di Barbas, in quella Ascoli a cui tanto era legato proprio il Mister Carletto Mazzone.
Barbas è stata un’autentica bandiare del club con quasi 150 partite in campionato in maglia giallorossa, scandite da 27 gol, alcuni de quali entrati di diritto nella memoria dei tifosi e nella storia della società: la doppietta con la quale nel 1986 il Lecce ormai retrocesso vinse a Roma e che costò ai capitolini il campionato; il gol realizzato contro il Torino il 25 giugno 1989, gol che consentì al Lecce di salvarsi a scapito proprio dei granata.
Beto è stato anche un riferimento e un esempio per tanti giovani leccesi, quelli di un settore giovanile che contava allora tanti talenti in erba, un po’ come sta accadendo oggi, con la formazione Primavera di Coppitelli capolista a dispetto di ogni pronostico del campionato di categoria e con l’ottima stagione che sta disputando anche l’Under 18, attualmente al secondo posto.