‘È tutto un magna magna’. Non si fa altro, da Gallipoli a Otranto, passando per Lecce. Tutti preparano da mangiare e tutti mangiano. Una volta c’erano pochi ristoranti, più o meno qualificati, qualche pizzeria e qualche bar, oggi se ne contano a decine su una stessa strada.
A Gallipoli, pur non riscontrando le presenze deliranti degli anni scorsi, l’estate è sempre movimentata e abbiamo verificato che i luoghi della ristorazione sono presi d’assalto come mai in passato. Lungo il perimetro dell’isola gallipolina, nella città vecchia, è una sfilata di tavolini, sui marciapiedi, sui belvedere, sui bastioni, ovunque. Non importa quanto sia grande, bello e accogliente lo spazio del locale di turno, c’è sempre occasione per allestire lo spazio all’aperto, con qualche tavolino pronto ad ospitare i tanti turisti di passaggio.
A Lecce la musica è la stessa. Forse è la percezione che è diversa, perché mentre la scenografia di Gallipoli è cambiata nelle ultime stagioni, nel capoluogo abbiamo un processo di trasformazione consolidato ormai da più di 20 anni, e i residenti sono abituati ai clamori, ai sapori e agli odori, della cosidetta movida.
Ma possiamo vivere solo di ‘magnà e beve’? È questo il nuovo modello di sviluppo del Salento?
