
Benvenuti nel Salento, terra di sole, mare, vento… e cibo. Se siete turisti in cerca di spiagge caraibiche e tramonti da immortalare e condividere su instagram, vi avvisiamo: qui rischiate di tornare a casa con la memoria del telefono piena, ma quando farete un selfie…attenzione al bottone dei jeans, messo alla prova dalle irresistibili specialità salentine.
No, non è colpa vostra. In Salento anche il fritto ha il suo accento. È il cibo che è una trappola gustativa perfettamente congegnata: dorato, fragrante, imbottito e, soprattutto, ovunque. Quando programmate una vacanza nel Salento preparatevi ad un percorso a ostacoli tra forni, friggitorie e nonne armate di padelle, pronte a dire “Mangia, sei sciupato!”. Qui la bilancia non viene consultata: viene ignorata, sepolta sotto chili di pasta sfoglia e baciata sulla fronte con un “ci vediamo a settembre”.
Rustico leccese: l’orgoglio in forma rotonda
Iniziamo con lui, il sovrano incontrastato dello street-food: il rustico leccese. Esteticamente inganna: sembra un innocente disco volante di pasta sfoglia. Ma dentro? Scioglievolezza criminale: besciamella, pomodoro, mozzarella e la certezza che ne vorrete almeno altri due. Quando lo mordi, succede di tutto: ti ustioni il palato, perdi la dignità, e poi ne ordini un altro.
Calzone fritto, croccante fuori, morbido dentro. Come un cuore salentino
Il calzone fritto è la risposta salentina al vostro senso di colpa: “Hai già mangiato il rustico? Dai, prenditi anche un calzone!”. Pasta lievitata, ripiena (ovviamente) di pomodoro e mozzarella e poi… ZAC! nella friggitrice.
È un comfort food travestito da arma non convenzionale. Croccante fuori, lava fusa dentro, e un profumo che vi seguirà per tutto il pomeriggio.
Pittule, la definizione di “una tira l’altra”
Le pittule sono le amiche simpatiche che trovi ovunque: mercatini, sagre, aperitivi. L’impasto è semplice: farina, acqua, lievito, sale. Poi si friggono, si gonfiano e si spariscono misteriosamente. Ah no, le avete mangiate tutte voi.
Possono essere “nature”, oppure farcite con ogni ben di Dio: cavolfiori, pomodori secchi, acciughe, olive, ricotta forte. Una volta che iniziate, smettere è più difficile che chiudere una conversazione con una zia salentina.
La Puccia, il panino che sfida le leggi della fisica
La puccia è un panino di pane tipico, rotondo, generoso e orgoglioso come un salentino sulla sua barca a Ferragosto. La regola è semplice: ci metti dentro tutto quello che vuoi, basta che ci stia (spoiler: non ci starà). Capocollo, melanzane, caciocavallo, tonno, peperoni. Modalità d’uso: due mani, un fazzoletto, e la capacità di non versare olio sulla maglietta bianca.
Pasticciotto – Il dolce che vi farà piangere in aeroporto
Ebbene sì, il pasticciotto è l’unica cosa dolce in questa lista. Ma merita. È un piccolo scrigno di frolla che racchiude un’anima calda di crema pasticcera. Va mangiato caldo, possibilmente in silenzio, con lo sguardo perso nell’orizzonte e una lacrima che scende lentamente. Perché sapete che presto dovrete lasciarlo.
Dove trovarli? Facile: seguite il profumo. O il rumore del friggitore. O il gruppo di persone in fila alle 10 del mattino davanti a una panetteria. In Salento, il cibo non è solo cibo: è una missione spirituale. Dalla baracchetta sul lungomare alle feste patronali, ogni angolo nasconde una sorpresa fritta.
Amici turisti, dimenticate la prova costume. Qui nel Salento, la vera prova è resistere al secondo rustico. (Spoiler: non ce la farete.) E ricordate: nel Salento non si ingrassa. Si cresce in spirito.
Buon appetito, e che la besciamella sia con voi!