
“Foi Santu Ronzu ci ni liberau te lu gran terramotu ci faciu a bbinti te frebaru…”, comincia così la magnifica dedica a Sant’Oronzo, protettore di Lecce, un inno di ringraziamento che si leva alla base di un dipinto incorniciato in uno degli altari laterali della basilica minore di Santa Croce.
Realizzato nel 1743 è un tributo essenziale e prezioso reso al generoso patrono, invocato dai leccesi per intercedere presso Dio affinché risparmiasse la città dagli esiti disastrosi di un terremoto che colpì il versante occidentale del Salento. Si tratta di un terremoto con epicentro al largo delle coste ioniche che fece sentire i suoi effetti sulla terraferma, ma non a Lecce. In realtà il Salento non è considerata zona sismica e in Italia è l’unica zona considerata a rischio zero, priva di alcun precedente.
Il terremoto di trecento anni fa, però, smentisce tale statistica e il fatto che Lecce non subì danni fu un fatto che nella devozione popolare ha assunto caratteri miracolosi, tanto da trasformare Sant’Oronzo nel santo più venerato dai leccesi.