Il canneto prende piede e il paesaggio costiero cambia

Sembra di essere tornati indietro di 70 anni, quando il litorale salentino era un susseguirsi di   canne a ridosso delle paludi, oggi basta percorrere la litoranea San Cataldo Otranto per rendersi conto di cosa è cambiato

Fino a 30 anni le canne erano circoscritte alle zone umide e paludose e quindi all’oasi delle Cesine di Vernole e al perimetro degli Alimini a Otranto, e ad altre realtà similari. Oggi invece i canneti si propongono in tutta la loro fierezza a chi percorre la litoranea: da Casalabate a San Cataldo e da San Cataldo a Otranto. Distese di canne a ridosso di zone umide ma anche nelle vicinanze delle spiagge. I canneti si sono ripresi lo spazio che avevano nell’entroterra di San Foca e tra Roca e Torre dell’Orso e anche all’interno dei centri abitati.

Si tratta di piante dal portamento eretto, estremamente flessibili ma molto resistenti che possono raggiungere e superare i 5 metri in altezza.

Vengono considerate invasive, ma le canne hanno anche una funzione ornamentale che si sta tentando di recuperare. Anche per questo motivo la sua proliferazione non è da considerarsi a tutti i costi come una cattiva notizia, ma come un’occasione per ridisegnare il paesaggio che cambia.