Salento, lu sule, lu mare, lu… cliché! Viaggio tra i luoghi comuni

In Salento c’è sempre il sole, si mangia benissimo e si balla la pizzica ovunque. Un viaggio ironico tra i cliché più amati. Spoiler: sì, il pasticciotto crea dipendenza.

C’è un momento, quando si inizia a respirare aria di estate, in cui qualcuno pronuncia con accento un po’ forzato la frase “Eh, il Salento… lu sule, lu mare, lu ientu!”. E lo dice con quella convinzione tipica di chi si sente già mezzo salentino dopo tre giorni tra le onde di Punta Prosciutto e le orecchiette mangiate a Lecce. E noi non possiamo fare a meno di sorridere. Perché sì, è tutto vero… ma anche no. Il Salento è come quel parente che tutti amano: caloroso, solare, sempre pronto a offrirti qualcosa da assaporare anche quando hai appena finito di mangiare. Ma, come ogni parente che si rispetti, ha anche le sue frasi fatte, i suoi vezzi, i suoi tormentoni. Insomma: i luoghi comuni.

1. “In Salento c’è sempre il sole”

Certo, il clima è gentile e il cielo spesso azzurro, ma la frase continua cu “lu ientu”. E non sempre è un venticello piacevole tipo brezza di mare. Bisogna fare spesso i conti con la tramontana che vi schiaffeggia come una zia affettuosa e un’umidità che si insinua nelle ossa come un pettegolezzo di paese.

2. “Il mare più bello d’Italia”

SÌ in maiuscolo. Su questo c’è poco da discutere: il mare salentino è poesia liquida. Dallo Jonio all’Adriatico c’è l’imbarazzo della scelta. Ma guai a dire che sono tutti uguali: ogni salentino ha la sua spiaggia del cuore, e guai a metterla in discussione. Guerre civili sono nate per meno. E poi ci sono le spiagge “segrete”, che conoscono solo 8.000 persone come dimostrano le recensioni su TripAdvisor. Però sì, l’acqua è così bella che ti dimentichi tutto, anche la fatica di cercare un parcheggio, una caccia al tesoro con finale tragico. Ma poi guardi quel blu. Ti giri verso le rocce. E dici: “Ok, potevo venire a maggio, ma va bene anche così.”

3. “I salentini sono troppo calorosi e ospitali”

È vero, siamo accoglienti, affettuosi e spesso vi faremo sentire parte della famiglia prima ancora di avervi chiesto il nome. Ma attenzione: Il “troppo” è la chiave. Quel limite si chiama “ferragosto” e coincide con l’invasione turistica. In quei giorni, anche il più dolce nonnino di Gallipoli potrebbe guardarvi con sospetto mentre vi rubate l’ultimo posto auto del paese.

4. “In Salento si mangia benissimo”

Questo è assolutamente vero. Mangiare in Salento è un rito, e ogni piatto ha una storia da raccontare – spesso urlata dalla nonna in cucina. Ma attenzione: ciò comporta obblighi. Rifiutare equivale a bestemmiare in chiesa durante una processione. Dalla puccia col tonno, al rustico che scotta sempre troppo, al pasticciotto delle 7 del mattino, la dieta inizia sempre domani. Ma anche no.

5. “In Salento si balla la pizzica ovunque”

Non è che se metti un tamburello parte il flash mob. La pizzica è anima e sudore, è tamburello e trance, ma no, non la balliamo ogni volta che c’è una canzone popolare. E va bene così. Però quando la si balla davvero, qualcosa nell’aria cambia: gli occhi si accendono, la terra sembra muoversi con te, e per un attimo senti di appartenere a qualcosa di antico e potente. Il Salento è un posto che ti accoglie, ti racconta una storia, e ti regala un tramonto che sembra fatto apposta per farti restare in silenzio per un po’.

I luoghi comuni sul Salento sono come le cartoline: colorati, un po’ esagerati, ma dentro c’è sempre un fondo di verità. Questa terra sa essere aspra e dolce, accogliente e selvaggia, moderna e antichissima. Non è solo un posto da vacanza, è uno stato d’animo. E forse, se ci torni ogni anno, è perché un pezzo di cuore l’hai lasciato sotto un cielo stellato, tra un morso di rustico e un’onda tiepida di fine agosto. Perché alla fine, che tu venga per “lu sule”, “lu mare” o il tamburello, qui trovi sempre qualcosa che ti resta attaccato addosso. Un po’ come i vestiti quando c’è vento di scirocco