‘L’Ursu’ senza la sua spiaggia. Il paesaggio che cambia

Alla fine degli anni 80 la marina di Torre dell’Orso era la meta più gettonata dai vacanzieri, sia locali che forestieri, e vantava una spiaggia profonda che adesso non esiste quasi più

Anche 20 file di ombrelloni e più di 60 metri di sabbia tra il bagnasciuga e la pineta, insomma dimensioni eccezionali per un tratto di spiaggia tutto sommato di breve lunghezza, ma ricco di meraviglia. Siamo a Torre dell’Orso, località balneare agli estremi confini meridionali dell’Adriatico, ma con i fondali tipici dello Jonio. È forse la marina più apprezzata fra quelle di Melendugno, certamente la più turistica, un luogo unico nel suo genere, tappa fondamentale tra Lecce e Otranto. La località prende il nome dagli Urso, antichissima famiglia nobiliare proprietaria di quell’agro ed è nota per i suoi leggendari faraglioni, due in particolari chiamati ‘Le due sorelle‘.

Qui tra gli anni 70 e 80 sono sorti residence attrezzati per i vacanzieri quasi sempre provenienti da fuori provincia.

Il punto di forza di Torre dell’orso era la spiaggia, che fin da sotto la torre ospitava stabilimenti balneari con decine di file di ombrelloni, dei quali oggi resta solo un pallido e nostalgico ricordo, perché l’azione erosiva del mare è sembrata accanirsi particolarmente su questo tratto di costa.

E ci sono annate in cui ad inizio stagione la sabbia appare ancora più carente nella zona che guarda a nord, mentre fortunatamente verso il tratto che termina alla grotta di San Cristoforo la spiaggia resiste e può ospitare ancora un numero importante di bagnanti.