Otranto, la chiesetta di San Pietro in perenne «quarantena»

Sempre chiusa. E”™ il commento secco di turisti che ad un anno di distanza hanno ritrovato il portone del tempio bizantino chiuso. Uno degli esempi piè¹ nobili di arte medievale resta fuori dal circuito turistico. Il Comune di Otranto sta tentando un accordo con la Curia diocesan

Non sappiamo se sarà una bella estate, di certo è un’estate di polemiche. Anche a Otranto non mancano malumori e lamentele. Una delle ultime riguarda la difficoltà di accesso per turisti e visitatori nella storica chiesetta di San Pietro. Si tratta di un vecchio problema, una storia che si ripete ogni anno, agli inizi dell’estate, con l’arrivo dei primi gruppi da fuori si ripete quello che viene considerato un fatto increscioso.

La chiesa di San Pietro, nel centro storico, incastonata nel groviglio dei vicoli otrantini, non è sempre accessibile. In alcuni orari, anche nei festivi, lo splendido tempio cristiano, magnifico esempio di arte bizantina, si presenta con l’ingresso chiuso.
Apriti cielo, comitive di turisti inferociti, da settimane, addirittura mesi, denunciano l’impossibilità di visitare uno dei luoghi simbolo di Otranto e del Salento, un sito presente su tutte le guide e le mappe turistiche.

L’arcidiocesi di Otranto non ha ancora risolto la faccenda, dimenticando forse che i luoghi di culto storici hanno un valore che va spesso ben al di là delle semplice fruizione religiosa e che oltre al culto servono ad una devozione più profana ma di carattere culturale altrettanto significativa.
Un problema che altre diocesi hanno risolto in maniera utile per tutti. Quello che sta tentando di fare il Comune di Otranto, il quale assecondando l’interesse alto della buona accoglienza turistica si sta adoperando per provvedere all’individuazione di risorse economiche utili a garantire l’apertura della struttura architettonica medievale. L’amministrazione comunale, spiega il sindaco Luciano Cariddi, pur non essendo titolare del bene, di proprietà dell’arcidiocesi di Otranto, ha in mente di consentire a tutti di poter ammirare i sontuosi affreschi custoditi all’interno della chiesetta bizantina. Un obiettivo che saremo in grado di raggiungere attraverso il sostegno di Puglia Promozione, assicura il sindaco, probabilmente a partire dai primi di luglio.

Una buona notizia, insomma, ma che non sembra sufficiente rispetto ad una chiusura praticamente annuale. E che certamente non serve a far recuperare il danno morale e di immagine inferto a tutti coloro che hanno scelto Otranto per una breve vacanza o gita tra maggio e giugno. Gente che è tornata a casa con un giudizio negativo sulla capacità dei salentini di proporre turismo.
Tutti i proprietari di risorse storico architettoniche, palazzi, castelli e quant’altro dovrebbero riflettere seriamente. Anche la Chiesa, per la sua parte terrena e non celeste, dovrebbe comprendere meglio i bisogni di tutti, specie dei turisti che ci danno da vivere, economicamente parlando.