Il viaggio di Davide Urso continua, tappa a Loen

Dopo aver preso il primo traghetto nel suo lungo viaggio alla scoperta dell’Europa, Davide Urso ha deciso di fare tappa a Leon, un bellissimo borgo nella rientranza di un fiordo.

Viaggio-Davide-Urso-Leon

Più vado avanti con il diario giornaliero, più ho voglia di farlo, perché mi dà la possibilità di ripensare al viaggio che ho realizzato, alle belle esperienze, ma anche ai sacrifici che ho dovuto affrontare e alle limitazioni, in termini di comodità, di tempo e di denaro.

Comodità perché ho volutamente impostato il mio viaggio sulla base dell’adattamento e dell’avventura: volevo conoscere e esplorare.

Tempo perché mi sono dato due mesi per effettuare il mio viaggio, andata e ritorno; voglio sentirmi libero di perdere un paio di giorni in più dove ne ho voglia, ma non posso esagerare, perché ho messo in stand-by il lavoro e ciò non può durare in eterno.

Denaro perché vivere fuori casa per due mesi costa: sebbene dorma in auto e mangi in modo improvvisato, viaggiare ha un costo: dalla benzina alla colazione, all’ingresso nei musei, alle autostrade, alle birre e i caffè che, ogni due giorni, ci vogliono.

Ho preso il primo traghetto del mio viaggio, quasi non potevo farne a meno. Non immaginavo fosse così macchinoso l’iter per salpare: aspettare cinquanta minuti in coda, prima che si apra il garage di ingresso, far entrare una a una le auto e parcheggiare come gli addetti ti dicono, per contenere quante più auto possibile, attendere che tutti i passeggeri siano entrati, pagare il biglietto e infine partire, dopo quasi due ore di travaglio.

Non vi dico il freddo e soprattutto il vento che c’era in quella mezz’ora di tragitto; mezz’ora trascorsa tra il ponte, ammirando il fiordo su cui stavo per approdare, e la sala interna, per proteggermi e non assiderare.

Sono salpato a Lavik, ho continuato a guidare e mi sono fermato a Loen, un bellissimo borgo nella rientranza di un fiordo, magnifico. Una cabinovia mi avrebbe potuto portare fin sulla montagna, per ammirare il panorama più suggestivo della Norvegia, per poi cenare nel ristorante posto lì sopra.

Il mio viaggio, purtroppo, è basato su delle limitazioni di comodità, tempo e denaro. Non volevo permettermi un’attrazione esclusivamente turistica; non potevo permettermi di spendere sei ore per salire e scendere; non potevo permettermi di spendere 55 € per la cabinovia più altrettanti per il ristorante.

Il fiordo era già bello di suo, tanto valeva godermelo a livello del mare. La chiesetta mi ha lasciato basito; cosa ci facesse un modellino di nave appeso al soffitto non l’ho ancora capito; fatto sta che le chiese norvegesi sono uniche, hanno il loro stile inimitabile, che vale la pena viverlo, e, perché no, immortalarlo in qualche foto.

Tutti gli episodi del viaggio di Davide sono visibili sul suo canale youTube.



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