“Non si può morire a 72 anni cadendo da un ponteggio di 5 metri”, la rabbia dei sindacati del Salento

Uil e Feneal Uil, Cisl e Filca Cisl, Cgil e Fillea Cgil gridano il dolore per l’ennesima morte sul lavoro nel Salento. Congedo, Presidente Co.Co.Pro Inail Lecce: “Invitiamo i lavoratori che operano in cantieri non a norma sulle misure di sicurezza a contattare gli Rlst”.

Si può morire a 72 anni cadendo da un ponteggio di 5 metri come è accaduto oggi a Lecce in Via Parini? Ogni morte sul lavoro è inaccettabile, ingiustificabile. Ma lo è ancor di più quella di chi dovrebbe poter godere del giusto e meritato riposo dopo una vita di sacrifici e sudore. Il boom che il settore edilizio ha avuto grazie agli eco-bonus, insieme al rilancio dell’occupazione, presenta un triste, tristissimo risvolto della medaglia: quello dell’aumento vertiginoso di incidenti gravi, gravissimi, spesso mortali. È la terza vittima che si registra in provincia di Lecce nel giro di 50 giorni (in tutto 4 i morti dall’inizio dell’anno), dopo i casi di Salve (4 maggio) e Soleto (13 giugno). A Lecce, proprio il 9 giugno, nel quartiere San Pio, si era verificato un incidente molto grave. Al momento ufficialmente sono 1.745 gli infortuni sul luogo di lavoro registrati in provincia di Lecce dall’inizio dell’anno (quasi 500 in più rispetto ai 1.261 registrati nel 2021). Ma c’è di più: oltre il 20 per cento del totale degli infortuni vede coinvolti lavoratori che hanno più di 55 anni.

I sindacati salentini scendono in campo, per gridare insieme al dolore, anche lo sdegno per quanto è accaduto in mattinata a Lecce, nella centralissima Via Parini.

«Come Uil del territorio non possiamo non gridare tutta la nostra indignazione per un’altra vita spezzata, per l’assurdità di finire uccisi nello svolgimento del proprio lavoro, un lavoro pesante a un’età decisamente inadatta – dichiarano Salvatore Giannetto e Paola Esposito, rispettivamente segretario generale della Uil di Lecce e della Feneal-Uil di Lecce -. È noto che nell’edilizia l’aspettativa di vita dei lavoratori sia tra le più basse mentre le statistiche su infortuni e malattie gravi ed invalidanti siano invece tra le più alte, per questo un intervento mirato non è più rinviabile: bisogna riconoscere la pensione anticipata ai lavoratori delle costruzioni e delle lavorazioni più pesanti, perché i lavori non sono tutti uguali! Dobbiamo alzare il livello della mobilitazione di massa per richiamare l’attenzione dell’intero Paese sulla drammatica condizione di chi esce da casa per guadagnarsi il pane quotidiano e va incontro ad un tragico destino provocato non certo dalla malasorte, come ricordiamo quotidianamente con la campagna Uil ‘ZeroMortisulLavoro’».

Parole forti anche quelle di Donato Congedo, Presidente del Comitato Consultivo Provinciale dell’Inail di Lecce.

Donato Congedo

«Notiamo sempre più spesso che gli incidenti riguardano ormai lavoratori non più giovanissimi: non è possibile che lavoratori anziani siano ancora impiegati in attività così pericolose e gravose come quelle del settore edile. Vanno innanzitutto riconosciute e premiate le imprese virtuose che rispettano le norme sulla sicurezza a differenza di chi non si attiene ai minimi criteri e ai minimi standard necessari per evitare infortuni. Invitiamo i lavoratori che operano in cantieri non a norma sulle misure di sicurezza a contattare gli Rlst, ovvero i rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza territoriale, che hanno proprio il compito di verificare il rispetto delle norme sulla sicurezza mediante sopralluoghi in cantiere».

Parole nette anche quelle di Ada Chirizzi, Segretario Generale della Cisl di Lecce: «Dinanzi all’ennesima tragedia sul lavoro, in uno dei settori più a rischio, ovvero quello dell’edilizia, la vicinanza sentita al dolore dei familiari di chi ha perso la vita non può bastare. Non riteniamo più possibile assistere in maniera inerme, quasi rassegnata, a ciò che sta accadendo con frequenza quasi settimanale. È ormai inaccettabile la scia di sangue che sta investendo la provincia di Lecce con l’ennesimo incidente mortale in un cantiere edile. La sicurezza e la tutela della salute nei luoghi di lavoro devono essere, lo ribadiamo con forza, la priorità nell’azione da parte del Governo in tema di lavoro. È necessario intensificare i controlli e inasprire le sanzioni ma bisogna soprattutto rafforzare la formazione e investire nella cultura della prevenzione. La qualificazione delle imprese con la patente a punti e una norma premiale per quelle in regola possono aiutare a fermare questa strage senza fine».

Sull’età del lavoratore deceduto si sofferma con rabbia e dolore anche Raimondo Zacheo, Segretario Generale Filca Cisl Lecce.

«Cosa ci faceva un lavoratore, a qualsiasi titolo lo fosse, su una impalcatura a 72 anni? E le considerazioni ed i pensieri si sovrappongono. Quali le necessità? E quali le responsabilità? Come poteva essere evitato? Siamo stanchi di pagare con il sangue dei nostri lavoratori inadempienze da parte di chi la sicurezza la percepisce o la considera solo come un costo. Non ci stancheremo mai di ripeterlo. Dobbiamo far prevalere una cultura della sicurezza. Sempre!».

Di vera e propria mattanza di lavoratori costretti a lavorare anche in età avanzata per sopravvivere parla la Cgil di Lecce.

«Esprimo a nome di tutta la Cgil Lecce dolore per l’ennesima vittima sul lavoro e vicinanza ai familiari del lavoratore – dice la Segretaria Generale della Cgil Lecce, Valentina Fragassi – . Piangere la morte di un pensionato sul luogo di lavoro deve far riflettere sulla condizione degli anziani che raggiungono l’età per ottenere l’assegno previdenziale. Si pone una questione di vera e propria sopravvivenza per chi arriva alla pensione dopo 40 anni di duro lavoro e di colpo si ritrova a fare i conti con lo stato di bisogno. Questa è una condizione che purtroppo riguarda molti cittadini della provincia di Lecce, dove gli assegni pensionistici sono tra i più bassi d’Italia. Molti pensionati sono quasi costretti a ricorrere a lavori extra, spesso di fortuna. Serve con urgenza un provvedimento che aumenti il potere di acquisto delle pensioni, allargando per esempio la platea dei percettori della cosiddetta 14esima».

Sulla necessità di un intervento strutturale che tuteli chi rientra nei cosiddetti lavori usuranti, interviene Simona Cancelli, segretaria generale della Fillea Cgil Lecce: «Apprendere l’ennesima notizia di un incidente mortale sui cantieri edili fa rabbia. Un evento ancor più inaccettabile conoscendo l’età della vittima: associare la parola lavoratore ad una persona di 72 anni è davvero difficile. A quell’età bisognerebbe godersi il riposo dopo una vita di sacrifici. I numeri sugli infortuni che riguardano lavoratori over 55 pone anche la grande questione sull’opportunità di anticipare l’età pensionabile per lavori particolarmente usuranti, come quelli che si svolgono nel settore delle costruzioni. Così come l’incremento massiccio di infortuni tra il 2021 ed il 2022 fotografa l’insostenibilità di un sistema che ancora non dimostra molta attenzione alla sicurezza sul lavoro, fino a scaricare sui lavoratori il costo della ripresa economica».



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