Non c’è tregua per i 18 lavoratori della Funny Services, l’azienda appaltatrice che gestisce il magazzino della Metro di Lecce. Mentre il 2025 volge al termine, per loro l’orizzonte si è fatto improvvisamente buio: la revoca dell’appalto da parte del colosso del commercio all’ingrosso ha fatto scattare le procedure di licenziamento collettivo.
Una crisi occupazionale che ha spinto la Regione Puglia a intervenire con urgenza. La Task Force regionale – Comitato Sepac (Sistema Economico Produttivo e Aree di Crisi), presieduta da Leo Caroli, ha ufficialmente convocato le parti per il prossimo 9 gennaio, alle ore 11.00, presso la sede territoriale della Regione in viale Aldo Moro a Lecce.
La cronaca della rottura
La vicenda è precipitata lo scorso 15 dicembre, quando Metro ha comunicato la decisione di non rinnovare l’appalto in scadenza il 31 dicembre. Di riflesso, il 27 dicembre, Funny Services ha avviato le procedure di mobilità per il personale dedicato esclusivamente alla commessa:
– 11 lavoratori a tempo indeterminato;
– 2 lavoratori a termine con scadenza 2026;
– 5 lavoratori con contratto in scadenza proprio l’ultimo dell’anno.
Si tratta di personale addetto a compiti essenziali come raccolta, carico e scarico merci, che l’azienda appaltatrice dichiara di non poter reimpiegare nel proprio organico complessivo di 60 dipendenti.
L’ira dei sindacati: “Accordi calpestati”
Per la Cgil e la Filt Lecce, la mossa di Metro rappresenta un voltafaccia inaccettabile. I segretari Tommaso Moscara (Cgil) e Fabrizio Giordano (Filt) sottolineano come l’improvviso stop sconfessi l’accordo quadro sottoscritto solo poche settimane fa, il 4 dicembre.
“In quell’intesa, Metro si era impegnata a definire entro il gennaio 2026 l’internalizzazione delle attività in appalto, garantendo la continuità occupazionale dei lavoratori. Questa interruzione improvvisa ci lascia interdetti.”
I sindacati sollevano inoltre un dubbio inquietante: il timore che il colosso della distribuzione abbia inserito nuovo personale nel magazzino nell’ultimo periodo, una mossa che entrerebbe in palese contraddizione con la chiusura dell’appalto per motivi economici o riorganizzativi.
Le richieste sindacali: sospensione e proroga
La strategia dei rappresentanti dei lavoratori è chiara: serve tempo. La richiesta che verrà portata al tavolo del 9 gennaio davanti a Leo Caroli è quella di una “proroga-ponte” dell’appalto e della contestuale sospensione dei licenziamenti.
L’obiettivo è traghettare i 18 dipendenti verso quella stabilizzazione interna inizialmente promessa, evitando che una vertenza puramente industriale si trasformi in un dramma sociale per il territorio salentino.
