È stata la domanda delle domande, sia nella fase 1 che nella fase 2. All’entrata in vigore del nuovo DPCM valido fino al 17 maggio, persino i sindaci si sono divisi. Si può andare a fare la spesa in comune diverso dal proprio? La risposta è tutt’altro che chiara e scontata. Per il Primo cittadino di Lecce Carlo Maria Salvemini sembrerebbe proprio di sì: nessuna multa per chi decide di fare la spesa nel capoluogo perché, magari, più conveniente dei supermercati del proprio comune. Di parere del tutto opposto il sindaco di Cavallino Bruno Ciccarese che, invece, non ritiene possibile recarsi presso il centro commerciale del comune salentino.
A cercare di fare chiarezza sulla questione ormai molto controversa sono due associazioni a tutela dei consumatori che, però, prendono posizioni contrastanti.
Per Codacons la risposta è no
Secondo l’associazione di Piero Mongelli, in attesa di un chiarimento del Prefetto, la risposta è negativa. “L’ultimo DPCM, lungi dall’aver liberalizzato la possibilità di muoversi al di fuori della propria abitazione, ha lasciato inalterati tutti i divieti e le relative eccezioni: salute, lavoro, stato di necessità”. È sullo stato di necessità che verte la riflessione del Codacons di Lecce. “La spesa rientra nello stato di necessità? Certamente è necessario fare la spesa, ma per farla non è (in linea generale necessario) recarsi fuori dal proprio Comune”.
Rimangono, dunque, due parametri fondamentali: “lo spazio e il tempo minori possibili”. Fermo restando che in casi specifichi è possibile fare la spesa in un comune diverso dal proprio (per esempio se quel supermercato è più vicino alla propria abitazione) per il Codacons non sarebbe possibile spostarsi in un altro comune.
“Diversamente argomentando, ovvero consentendo a chiunque di andare e venire dai centri commerciali anche se lontani dalla propria abitazione ed in presenza di valide alternative, si vanificherebbe la portata limitatrice che il DPCM ancora mantiene in tutta la sua forza, vanificando vieppiù i nostri sacrifici ed esponendoci a inutili sanzioni da parte delle Forze di Polizia”.
Per Aduc la risposta è sì
Di posizione contraria l’Associazione per i diritti degli Utenti e dei Consumatori: “Il dpcm 26 aprile 2020– sostengono – consente di muoversi sull’intero territorio regionale”. Secondo Aduc, l’interpretazione adottata dal Comune di Cavallino è “eccessivamente stringente”.
“Il Governo, sollecitato su più fronti a far chiarezza, con un ‘capolavoro’ interpretativo ha affermato che «è possibile spostarsi in ambito regionale per situazioni di necessità, come, ad esempio, fare la spesa, purché venga rispettato il divieto di assembramento e il distanziamento interpersonale di almeno un metro. Resta inteso che la giustificazione di tutti gli spostamenti ammessi, in caso di eventuali controlli, può essere fornita nelle forme e con le modalità consentite. Di norma la spesa deve farsi in esercizi ragionevolmente prossimi alla propria abitazione, pur non essendo più previsto il territorio comunale quale limite territoriale degli spostamenti; un maggior allontanamento è consentito solo in presenza di specifiche ragioni che lo rendano necessario”.
“Fare la spesa è una necessità: meglio farla vicino casa, ma comunque se hai necessità puoi farla fuori dal tuo comune.”