La Puglia mette la palla nel set. Da Winspeare a Ozpetek, passando per i videomaker a kilometro zero

Il cinema come volano di promozione. Non basta avere splendide location naturali, bisogna saperle mettere al servizio di un progetto di sceneggiatura e di ripresa. La Puglia lo ha saputo fare, trasformandosi nel set naturale di grandi film e grandi produzioni.

Una fortunata e per certi versi geniale campagna di comunicazione turistica realizzata qualche anno fa proponeva la suggestione del paesaggio pugliese quale palcoscenico naturale per mettere in scena ambientazioni suggestive e qualificanti.

Di fatto il cinema e la video-scrittura rappresentano una straordinaria opportunità di lettura e scoperta dei luoghi ed un veicolo di promozione pubblicitaria che non ha pari. Il territorio della Puglia ha costruito negli ultimi anni un modello di riferimento diacronico per tutta una letteratura nascente di autori che prima avrebbero dovuto indossare i panni del migrante ed espatriare, mentre oggi realizzano le loro opere in contesti geografici amici, a costi ragionevoli e spesso, nell’ambito di produzioni importanti.

Il set naturale è la prima componente di un nuovo modo di intendere l’arte cinematografica a km zero.

Se negli ultimi anni abbiamo assistito ad un florilegio di videomaker e realizzazioni videografiche interessanti il merito è principalmente di chi ha voluto e saputo credere nella materia prima del territorio, così da poter delocalizzare, almeno in parte, la macchina romacentrica dell’industria del Cinema.

Tra i pionieri di questa orgogliosa scoperta di sé e del proprio “io in soggettiva” c’è stato il salentino Edoardo Winspeare, antesignano di un cinema vicino di casa, ma al tempo stesso di caratura industriale e portata internazionale. Le ambientazioni locali, sconosciute al mondo della celluloide si sono dotate di apporti e sensibilità nuovi e così, oggi, innumerevoli registi non solo italiani vengono ad ambientare le loro storie, con sceneggiature marchiate di un fortissimo carattere pugliese. Vedi Ferzan Ozpetek che ha ambientato interamente i suoi ultimi due film a Lecce e nel Salento. Vedi Sergio Rubini che ha raccontato gli angoli della Puglia, mixando le ambientazioni senza limiti geografici.

Ma non basta. La moda cinema ha influenzato il turismo, rendendo vero anche il contrario e facendo in modo che personaggi legati allo spettacolo, alla televisione e al cinema venissero a prendere casa in Puglia. Lo ha fatto Giuseppe Bertolucci, lo ha fatto la star holliwodiana Helen Myrren e il marito cineasta Taylor Hackford.

Tutto ciò sta a dimostrare che non solo è possibile investire in cinema e spettacolo, ma è addirittura redditizio, così come verificato fino a questo punto.

Si tratta, pertanto, di un percorso che ha saputo dotarsi di senso e significato fino al punto di dare vita ad un sistema integrato di economia locale che ha espresso soluzioni interessanti nel settore della macchina da presa.

Nasce infatti, in seno all’ amministrazione regionale la Apulia Film Commission, laboratorio di talenti a supporto dell’impresa cinematografica, di primo e secondo livello, e si consolida nel tempo, con un successo crescente il Festival del Cinema europeo, sperimentale artificio territoriale orientato a fissare lo sguardo sul Sud dell’Italia, la Puglia e il Salento, per guadagnare al territorio uno spazio vitale autonomo, distinto e separato dal magma galattico del cinema americano, ma anche per valorizzare e mettere in luce autori locali che altrimenti non avrebbero alcuna chance di successo e affermazione.



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