Salento vs Mafia. Lecce non si piega alla criminalità: più di 2mila «Uniti contro il racket»

Lecce. Partecipazione nutrita questo pomeriggio per il corteo contro il racket organizzato la scorsa settimana dal NuovoQuotidiano di Puglia. Dalle istituzioni ai cittadini e ai commercianti, in piè¹ di duemila hanno deciso di metterci la faccia in nome di un unico valore: la legalità.

Più di duemila tra cittadini, imprenditori e rappresentanti delle istituzioni. Un corteo nutrito di salentini ha deciso di metterci la faccia questo pomeriggio e di scendere in piazza nel segno di un unico valore: la legalità. Da Porta Napoli a Palazzo dei Celestini  tutti “uniti contro il racket”.
“Il Salento è una terra di mafia”. Lo aveva affermato pochi mesi fa il Procuratore capo di Lecce Cataldo Motta, a seguito delle già numerose operazioni compiute a contrasto della criminalità organizzata. I giorni sono passati e Lecce ha assistito ad una escalation di atti intimidatori di ogni tipo a danno soprattutto di esercizi commerciali.

Sparatorie, aggressioni, rapine a mano armata, buste con proiettili recapitate a Comandanti dei Carabinieri e a noti imprenditori locali, auto incendiate, box di armi nascosti in casa, agguati di stampo mafioso, usura ed estorsione. Due facce della stessa città: di giorno la capitale barocca che attrae turisti da ogni angolo del mondo, con le sue stradine incantante e il fermento giovanile; di notte teatro di criminalità. Uno spettacolo infelice al quale i cittadini, però, hanno deciso di non assistere a testa bassa.  Erano più di duemila, infatti, tra cittadini, imprenditori e rappresentanti delle istituzioni i partecipanti alla manifestazione lanciata la settimana scorsa da NuovoQuotidianodiPuglia.

Partito da Porta Napoli alle 18.00, il corteo ha attraversato il centro della città fino a Palazzo dei Celestini, con un unico grido: “Uniti contro il racket”. Un segnale forte, un grido unanime a sostegno della legalità.

“La presenza numerosa di istituzioni e cittadini è il segno più evidente che su questi valori non si deroga – ha spiegato il Presidente della provincia Antonio Gabellone, sul palco allestito a Palazzo dei Celestini -. Queste continue minacce – ha proseguito –  questi continui avvertimenti, sono il segno tangibile di imprenditori, di cittadini e di istituzioni che non si arrendon,  che reagiscono, che vogliono collaborare con le Forze dell’Ordine”.

“Siamo qui perché sappiamo che ciascuno di noi deve adempiere fino in fondo al proprio dovere – ha commentato il primo cittadino Paolo Perrone-. Siamo tantissimi amministratori perché per noi l’etica rappresenta una istanza doppia, lo dobbiamo fare come uomini e come rappresentanti della popolazione che amministriamo. Per noi non è possibile far finta di nulla – ha aggiunto- far finta che l’illegalità sia soltanto quella dei grandi crimini e dei clan. Non possiamo adagiarci sul fatto che il malvezzo, il mal costume, ormai fa parte della nostra cultura, perché facendo così alimentiamo il senso di illegalità diffusa su cui poi cresce fertile anche la quiescenza a questa odiosa realtà.  Siamo qui soprattutto per dire alla nostra gente che non è possibile rassegnarsi al fatto che “tanto è stato sempre così e così continuerà ad essere. Siamo qui in tanti per dimostrare che tutto questo può cambiare”.

“Questo è un grido di rabbia , di dolore, ma soprattutto di aiuto e deve essere ascoltato"  ha dichiarato la Senatrice del M5S Barbara Lezzi, presente al corteo.

In prima fila, insieme ai cittadini e alle istituzioni, c’era Alfredo Prete, il Presidente della Camera di Commercio di Lecce, vittima di un terribile atto intimidatorio lo scorso 29 aprile. Una busta contenente tre proiettili è stata recapitata presso il Lido York, storico stabilimento balneare della marina di San Cataldo, gestito dalla famiglia Prete dal 1931, anno della sua realizzazione.

“Questa è una manifestazione volta soprattutto per non far sentire soli i commercianti” ha affermato il Presidente che non ha staccato per un attimo le sue mani dal grande striscione blu con scritto a caratteri cuitali “Uniti contro il racket”. “Chi ha subito attentati, chi ha avuto problemi da parte della criminalità organizzata oggi – ha aggiunto –  non deve avere più paura. C’è tutta una società civile che si stringe attorno a loro e che non li fa sentire soli. In questo momento bisogna avere grande fiducia nelle Forze dell’Ordine e  nella magistratura,  sono convinto che, come ogni volta, nonostante le difficoltà dovute a scarsezza di mezzi  e tagli alla spesa, riusciranno a venire a capo della situazione che sta caratterizzando il Salento”.
Quella degli ultimi mesi, non è la Lecce che vogliamo. Non è la Lecce capitale del barocco, non è il capoluogo di Provincia ricco di storia, invidiato dai turisti e conteso dai registi di fama internazionale.

“Quella che vogliamo noi è la Lecce piena di giovani,  la Lecce che riempie la strada di ragazzi che possono camminare tranquilli. E’ questa la Lecce che aspira a diventare Capitale europea della Cultura”.  Così, l’Assessore regionale allo Sviluppo Economico Loredana Capone, commenta gli ultimi fatti di cronaca. “Il valore della legalità è una questione culturale, non solo un fatto di ordine pubblico – ha sottolineato-.  Lecce ha costituito il virus antimafia già nei tempi passati. E in questi anni ha funzionato. Era da tempo, infatt, che non si sentiva una recrudescenza di fenomeni estorsivi. Oggi invece, a causa della crisi economica da un lato e un generarsi di piccole bande dall’altro, sta seminando questo terrore tra gli esercenti. E’ nostro compito far comprendere loro che accanto alla magistratura, accanto alle Forze dell’Ordine, ci siamo noi tutti come istituzioni e cittadini”.