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Tampon tax, il consiglio di Lecce chiede al governo la riduzione dell’Iva al 4%

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Via libera dal consiglio comunale di Lecce alla mozione con cui si sollecita Governo e Parlamento a prevedere nella prossima legge di bilancio la riduzione della cosidetta Tampon tax, ossia l’Iva per assorbenti, tamponi e coppette mestruali, oggi fissata al 22 per cento. La richiesta dell’assise leccese è il passaggio dal 22 al 4 per cento, in linea con i provvedimenti varati da altre amministrazioni locali.

A darne notizia è l’assessore al welfare del comune di Lecce, Silvia Miglietta, che ha tenuto a ringraziare le altre consigliere per il sostegno all’iniziativa contro la Tampon tax. “In Italia, quando un prodotto viene considerato non di prima necessità è tassato con IVA del 22% rispetto al suo prezzo. Questo accade per assorbenti, tamponi e coppette mestruali, prodotti in realtà necessari, dei quali una donna non può fare a meno nella propria vita. Per superare questa ingiustizia – afferma l’assessora Miglietta – è necessario un impegno comune che oggi anche il nostro Consiglio comunale ha assunto, votando una mozione che sollecita il Governo e il Parlamento a prevedere, nella prossima legge di bilancio, una riduzione dell’iva su questi prodotti al 4%. Una battaglia di civiltà che garantisce il diritto alla salute delle donne. Ringrazio le consigliere Natasha Mariano Mariano, Paola Povero, Lidia Faggiano, Emanuela Orlando e Adriana Poli Bortone per aver voluto far propria questa iniziativa, in linea con le oltre 170 amministrazioni pubbliche”.

L’imposta sul valore aggiunto applicata a prodotti intimi femminili è da anni al centro del dibattito pubblico, con l’incessante richiesta – al momento non accolta – di prevedere l’esenzione fiscale o la riduzione dell’imposta per prodotti considerati di prima necessità. La Tampon tax ha subito nel corso del tempo una crescita graduale ma continua. Introdotta nel 1973 è cresciuta dal 12 al 22 per cento, facendo coagulare attorno a sé un dissenso che oggi prova ad essere incanalato nella richiesta di un cambio di rotta. Già lo scorso giugno dalla Provincia di Lecce si era levata la richiesta – sostenuta dalla consigliera di Parità della Provincia di Lecc, Filomena D’Antini, e della presidente della Commissione Pari opportunità provinciale, Teresa Chianella – di attuare provvedimenti di contrasto all’aliquota massima per i prodotti igienici femminili.

 



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