Yacht e Salento, matrimonio impossibile

Il passaggio degli Yacht indiani ieri al largo di San Cataldo ha riacceso il dibattito sulla vocazione nautica e turistica degli scali portuali salentini.

Guardare e non toccare. Il detto si addice all’estate salentina fatta di tante visite di importanti magnati, imprenditori, uomini di spettacolo che arrivano con i loro panfili e Yacht al largo delle coste salentine ma non possono avvicinarsi ad alcun porto, specie sul versante orientale.

Di questi grandi passaggi illustri e lussuosi resta una scia in mare, ma gli scali salentini non sono attrezzati per fare turismo marittimo o crocieristico. Uno yacht come quello del principe indiano (chiunque fosse) avvistato a poche centinai di metri dalla spiaggia di San Cataldo non porta ricchezza alcuna se rimane al largo, potrebbe portarne, invece, se attraccasse in uno dei nostri porti. Ma quale porto turistico in provincia di Lecce è così attrezzato da poter accogliere tali imbarcazioni? Nessuno.

Mancano i porti turistici, lo sappiamo: lo denuncia Assonautica da una vita, lo ribadisce, in queste ore, il Presidente della Camera di Commercio, Afredo Prete, se ne accorgono i fanatici del mare. Non siamo pronti per certe cose, punto e basta.

Anni fa, ci fu un timido tentativo in quel di Santa Cesarea Terme, anzi un vero e proprio progetto promosso e incoraggiato, fra gli altri, da un noto e audace imprenditore turistico del posto, Albino Merico leader della ristorazione di qualità. Per mesi, in ossequio agli accordi intercorsi privatamente fra l’imprenditore, un gruppo di rappresentanti dell’economia locale e la Costa Crociere, la grande azienda navale permise alla sua ammiraglia Costa Serena di effettuare una correzione di rotta per “sfilare” ad un passo dal lungo mare di Santa Cesarea Terme. Il tutto condiviso in linea di principio da innumerevoli rappresentanti del panorama imprenditoriale, universitario, politico e istituzionale del territorio.

L’obiettivo che animava l’iniziativa, trasformata in vero e proprio evento quando la nave da crociera si avvicinava alla costa salentina era quello di stimolare e agevolare la progettazione di uno scalo, quantomeno in rada per le grandi navi da crociera, immaginando un business straordinario per decine e decine di operatori del settore. Niente da fare. Il Salento non ebbe né l’intelligenza, né la capacità, né la volontà di rispondere all’invito, nonostante la disponibilità totale manifestata da Costa Crociere.

Si capì allora che questa non sarebbe mai stata una terra d’approdo, in barba alla storia che ha fatto del Salento il ponte del Mediterraneo.



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