‘Gli ulivi non si toccano’. Gli agricoltori non ci stanno e bloccano per protesta la Brindisi-Lecce

Un gruppo di persone ha bloccato la strada statale 613 Brindisi-Lecce, all’altezza dell’uscita per Torchiarolo. I manifestanti si sono fermati al centro della carreggiata per chiedere che venga bloccato il nuovo piano voluto da Silletti. .

Si sono dati appuntamento a Bari, in via Capruzzi, gli agricoltori di Torchiarolo, per chiedere personalmente a Michele Emiliano di bloccare il nuovo piano voluto dal commissario straordinario per l’emergenza Giuseppe Silletti. La richiesta al Governatore pugliese dei proprietari dei terreni nella zona cosiddetta «cuscinetto» era semplice: impedire che vengano abbattuti, oltre agli ulivi infetti, anche gli alberi che potenzialmente potrebbero ospitare la Xylella fastidiosa nell’arco di 100 metri.

Non è bastata la notizia della decisione del Tar del Lazio che, con decreto presidenziale, ha disposto lo stop – seppur momentaneo – alle ruspe a placare gli animi dei circa 200 contadini. Né è servito gridare “giù le mani dai nostri ulivi” e ricordare “le promesse fatte in campagna elettorale” per convincere il Presidente ad agire. Pur condividendo il ‘dramma’ patito, Emiliano ha ribadito che la Regione deve adeguarsi alle richieste dell’Unione Europea, che prevedono quarantena e abbattimenti. Insomma, il Governatore ha ammesso di avere le mani legate.

Una risposta che non è andata giù ai manifestanti che hanno pacificamente bloccato la strada, bloccando il traffico per circa tre quarti d’ora. Una protesta continuata durante il ritorno a casa, in pullman. Arrivati all’altezza dello svincolo per Torchiarolo, infatti, gli agricoltori hanno deciso di scendere e protestare sulla statale 613 Lecce-Brindisi, invadendola letteralmente. Poco dopo si sono uniti anche gli ambientalisti e cittadini comuni.

Una manifestazione ‘improvvisata’ che ha creato non pochi disagi alla circolazione stradale provocando code chilometriche e rallentamenti.

C’è voluto tempo e una lunga mediazione con le forze dell’ordine intervenute, per placare gli animi. Dopo circa due ore, la situazione è tornata alla normalità, ma è certo che si tratta solo del primo assaggio.  Gli agricoltori non solo hanno dichiarato guerra, ma sono pure pronti a combatterla.



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