Operazione “Game Over” su droga, estorsioni ed armi. La Procura chiude l’inchiesta. 23 persone indagate

Ricordiamo che l’8 aprile scorso, si è svolta una vasta operazione della Polizia di Stato che ha eseguito 17 misure di custodia cautelare emesse dal gip Marcello Rizzo su richiesta della Dda.

Chiusa l’inchiesta “Game Over” sul presunto gruppo criminale riconducibile al clan Briganti, smantellato nelle scorse settimane, con ben 17 arresti.

Nell’avviso di conclusione delle indagini preliminari, a firma del sostituto procuratore Giovanna Cannarile della Direzione Distrettuale Antimafia, compaiono 23 nominativi. Si tratta di: Senad Ahmetovic, 29 anni; Pasquale Briganti, 52enne; Fabio Briganti, 50enne; Daniele De Vergori, 22enne; Aleandro Capone, 26enne; Francesco Capone, 28enne, Nicolò Capone, 21 anni; Maurizio Elia, 45 anni; Carlo Gaetani, 37enne; Nicolò Greco, 23enne; Giuseppe Guido, 32enne; Domenico Persano, 62enne; Nicola Pinto, 34enne; Enzo Quaranta, 36enne; Silvia Renna, 29enne; Giampiero Schipa, 57enne; Gianluca Stella, 32enne; Carlo Zecca, 33enne, Simone Zimari, 32 anni ( tutti leccesi). E ancora, Giovanni Laera, 62 anni di Lizzanello, Giorgio Piccinno, 32enne di Maglie; Daniele Sergi, 29enne di Corsano.

Il collegio difensivo

Sono assistiti dagli avvocati: Giancarlo Dei Lazzaretti, Alberto Corvaglia, Mariangela Calò, Marco Caiaffa, Salvatore Rollo, Ilario Manco, Raffaele Benfatto, Antonio Savoia, Ladislao Massari, Benedetto Scippa, Angelo Vetrugno, Giuseppe Presicce, Giuseppe De Luca, Pantaleo Cannoletta, Dimitry Conte, David Alemanno, Lucia Longo. Potranno chiedere di essere interrogati o produrre memorie difensive, entro i prossimi venti giorni.

Ricordiamo che l’8 aprile scorso, si è tenuta una vasta operazione della Polizia di Stato che ha eseguito 17 misure di custodia cautelare emesse dal gip Marcello Rizzo su richiesta della Dda.

Le indagini, avviate nell’estate del 2019, hanno riguardato un gruppo criminale ritenuto attivo sul territorio leccese, conosciuto come clan Briganti e facente capo a Pasquale Briganti, detto Maurizio.

Il gruppo si sarebbe occupato direttamente dell’acquisto della droga, prevalentemente in territorio albanese, da immettere sulle piazze di spaccio, cittadine e della provincia oltre che di un’ampia  disponibilità di armi, anche da guerra.

Sono state contestate, infine, spedizioni punitive e numerose estorsioni, avvenute nei confronti degli ambulanti in occasione delle festività di Sant’Oronzo, di incontri di calcio del Lecce, eventi musicali e sagre, oltre alla gestione dei parcheggi abusivi durante lo svolgimento di spettacoli ed eventi sportivi.



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