La Procura vuole vederci chiaro sul suicidio di un 30enne di Trepuzzi, trovato impiccato nel bagno del reparto di Psichiatria dell’Ospedale di Galatina .
Il pubblico ministero Giovanni Gagliotta ha aperto un fascicolo d'indagine per ricostruire la dinamica della tragedia. Soprattutto, per capire se vi siano responsabilità da parte di medici e infermieri che lo hanno avuto in cura. I familiari del 30enne trepuzzino hanno presentato un esposto con l'accusa di omicidio colposo. Oggi si è tenuta l'autopsia, eseguita dal medico legale Roberto Vaglio e si attende l'esito, entro il termine di 90 giorni.
Il legale della famiglia, l'avvocato Marco Pezzuto, chiede un accertamento sulla cura farmacologica, cui è stato sottoposto il paziente per stabilire un'eventuale "omessa terapia". Ad ogni modo, i familiari chiedono chiarezza sul dosaggio dei farmaci ed i tempi di somministrazione. Inoltre, il loro difensore sostiene che si possa configurare l'inosservanza delle linee guida sulla sorveglianza del paziente. Il 30enne, ritiene il legale, era ad alto rischio di suicidio e soffriva di una grave malattia psicotica (sentiva voci) che richiedeva una stretta sorveglianza.
Ricordiamo che il giovane trepuzzino ha deciso di togliersi la vita, impiccandosi nel bagno della sua stanza, il 1 febbraio scorso. Nessuno avrebbe mai immaginato un epilogo simile. Le lancette dell’orologio avevano da poco segnato le 10.00, quando è stato ritrovato con un lenzuolo stretto intorno al collo, ormai privo di vita. Hanno provato, in extremis, a strapparlo alla morte, ma ogni tentativo di rianimarlo è stato purtroppo vano. Il suo cuore aveva smesso di battere.
Era stato ricoverato il giorno prima, presso il reparto di Psichiatria dell’Ospedale di Galatina.
Anche a Trepuzzi, piccola cittadina del nord Salento, una volta che si è diffusa la notizia è calato il silenzio e l'incredulità. Il ragazzo era appena rientrato da una gita ad Amsterdam con un gruppo di amici. Erano atterrati all'aeroporto di Brindisi poco dopo le 19.00. Poi il ricovero in Ospedale, intorno alle 21, e l'epilogo.
Si tratta del secondo suicidio nel giro di un mese presso il nosocomio salentino. Era il 4 gennaio quando, a perdere la vita fu un 80enne. L'anziano ha raggiunto una scala di emergenza del terzo piano, nel reparto di Medicina dove era ricoverato e, una volta all’esterno, si è gettato nel vuoto. L'impatto è stato fatale. Il medico di guardia è immediatamente intervenuto, ma non ha potuto fare altro che constatare il decesso dell'uomo.
