Dopo Gioele Greco, un altro componente della malavita organizzata ha deciso di collaborare con la giustizia. Da circa due mesi, Angelo Corrado, 36 anni di Frigole ha iniziato a parlare.
Sebbene sul contenuto delle dichiarazioni vige il massimo riserbo, c'è da aspettarsi un deciso stravolgimento degli equilibri interni della Sacra Corona Unita. Pur non trattandosi di un capo clan, ci troviamo di fronte a un affiliato che conosce bene i segreti ed i meccanismi criminali della malavita organizzata.
Corrado fu arrestato nel maggio del 2005 e poi confinato ai domiciliari per l'attentato dinamitardo commesso a Lecce, la sera del 7 febbraio del 2004, contro un negozio di articoli per animali ''Cucciolandia''. In quella occasione, oltre ai gravi danni all'esercizio commerciale e ad alcune auto parcheggiate, rimasero feriti in modo fortunatamente non preoccupante due ragazzi che si trovavano in un bar vicino.
Il gesto altro non sarebbe stato che una ritorsione per il controllo del territorio nel traffico di stupefacenti. Oltre ad Angelo Corrado finirono in manette anche Sandro Fuso, 29 anni, Luigi Leomanni, 45 anni, Ivano Martena, 29 anni e Antonio Restia, 40 anni, già detenuto. Il gruppo era "un'articolazione" del clan Cerfeda della Sacra Corona Unita.
Il 36enne di Frigole – considerato un tempo "vicino" anche all'ex boss Salvatore Caramuscio, noto come "Scaramau" – fu condannato nel maggio del 2009, in primo grado con il rito abbreviato, a 5 anni per tentata estorsione. In Appello, beneficiando di uno sconto di pena, a 4 anni e 8 mesi.
L'episodio risale al novembre del 2008, ai danni di Vincenzo Maroccia, imprenditore edile ed ex vicesindaco di Surbo. Questi, sarebbe stato avvicinato da Corrado che gli chiese 30mila euro per conto di Caramuscio: cifra che doveva essere pronta, ad ogni costo, per il giorno successivo.
Invece, nel primo pomeriggio del 18 ottobre 2011, i militari della Stazione Carabinieri di Lecce Santa Rosa trassero in arresto Corrado, evaso dalla Comunità Arcobaleno ove era ristretto agli arresti domiciliari. Il magistrato aveva disposto per lui l’aggravamento della misura custodiale, facendolo accompagnare alla Casa circondariale di Lecce, in attesa dell'udienza di convalida.
Corrado ha alle spalle anche diverse condanne per spaccio, una delle quali nell'ambito dell'Operazione Cinemastore, in cui ha patteggiato una pena ad 1 anno e 6 mesi.
Prima d'intraprendere il nuovo percorso di collaboratore di giustizia, il pregiudicato si trovava agli arresti domiciliari, in attesa che il Tribunale di Sorveglianza prendesse una decisione sulla misura cautelare, considerando le sue condizioni di salute precarie. Probabile che adesso nei verbali dell'Antimafia confluiscano nuove verità e retroscena scottanti su quelli che sono da sempre i settori criminali prediletti della Scu. Il racket delle estorsioni e delle rapine per rimpinguare le casse della malavita organizzata e il riciclaggio di denaro sporco; il traffico di droga, spesso "usato" come una sorta di grimaldello, per allargare il controllo di un territorio e contrastare un clan rivale.
Nell'arco di 180 giorni, come prevede la legge, il 36enne avrà la possibilità di rivelare uno spaccato inedito della Scu. Altrettanto interessante capire i motivi che hanno spinto un uomo, nel pieno della propria carriera criminale, a voltare pagina. Si ritiene che il nuovo pentito avesse bisogno di protezione. Poco tempo fa, fu il destinatario di alcune pistolettate sotto il portone di casa, presumibilmente per debiti accumulati con pezzi grossi della malavita. Il neo collaboratore di giustizia risiedeva nella marina leccese di Frigole, ma negli ultimi tempi non era più stato visto neanche nel capoluogo barocco.
Il nuovo pentito ha seguito le orme del suo predecessore Gioele Greco, che da circa un anno ha deciso di squarciare un velo, sui segreti della Scu, collaborando nelle più importanti operazioni investigative antimafia, tra cui Eclissi.
