Un complesso iter di indagini in cui è stato ricostruito come è cambiato, passo dopo passo, il volto del Parco Gondar di Gallipoli si è concluso con il personale della Guardia di Finanza e della Guardia Costiera della ‘Città Bella’ che hanno eseguito il decreto di sequestro emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari, la dott.ssa Simona Panzera, del Tribunale Ordinario di Lecce.
La struttura, diventata negli anni un punto di riferimento per gli eventi estivi, nel lontano 1973 era costituita da due campi da tennis e da manufatti accessori. Nel tempo si è ampliata fino ad occupare, in un’area sottoposta a particolari vincoli in quanto ZPS (Zona a protezione speciale) e SIC (Sito di interesse Comunitario), una superficie complessiva di circa quindicimila metri quadrati, di cui circa mille appartenenti al demanio marittimo, su cui sono state realizzate diverse opere, tra cui una pizzeria, un palcoscenico, un bar con deposito, spogliatoi e servizi igienici.
Gli inquirenti hanno esaminato, con l’aiuto di tecnici nominati dall’Autorità Giudiziaria, non solo lo stato dei luoghi, ma anche le modalità di rilascio delle autorizzazioni e dei titoli da parte degli Enti preposti e, alla fine, sette persone sono state indagate per aver effettuato interventi edilizi in assenza di titoli, autorizzazioni e pareri previsti dalla pertinente normativa nazionale o con assensi illegittimi. Ferruccio Errico, 34 anni di Gallipoli, in qualità di amministratore della Gondar Srl e legale rappresentante della società "Sold Out" che gestisce la realizzazione degli eventi all'interno del parco; Christian Scorrano, 35enne gallipolino, altro amministratore della Gondar Srl; Antonio Ferilli, 57 anni di Gallipoli, tecnico progettista per conto della Gondar Srl relativamente ai "lavori di ristrutturazione edilizia, manutenzione e cambio di destinazione d'uso dei manufatti" del 19 marzo 2008 e del progetto di "ampliamento delle vie di fuga della struttura " presentato il 28 aprile dello stesso anno; Mario Stefanelli, 63enne di Gallipoli, altro tecnico progettista relativamente alla "ristrutturazione delle strutture metalliche portanti del capannone denominato Sala Giochi, modifiche interne presso la struttura turistico ricettiva" dell'8 marzo 2010 ed alle" modifiche di recinzione del settore nord ed istallazione di strutture precarie destinate al contenimento acustico, spostamento gazebo in metallo e realizzazione del percorso di esodo" del 14 aprile 2014; Franco Ancora, 75enne gallipolino, tecnico progettista riguardante la " modifica recinzione confine nord"; Giuseppe Cataldi, 61 anni dirigente del Settore Urbanistico del Comune di Gallipoli, che avrebbe rilasciato il permesso di costruire il 14 marzo dell'anno 2008; Sergio Leone 61enne di Taviano, funzionario delegato alla firma per Dirigente Settore Urbanistico del Comune Gallipoli, pro tempore, relativamente ai permessi del 2010 e 2014.
Tra le accuse contestate anche quella di falso ideologico, fattispecie prevista dal Codice Penale. Il Parco Gondar era pronto a riaprire le sue porte a Pasquetta. In programma, infatti, vi era un grande festival con «…artisti di strada, circensi, sei stage e 60 live show, aree pic-nic, mercatini, ludoteca, street food e 15 ore di musica no-stop».
A stretto giro arriva la dichiarazione ufficiale di Parco Gondar: "Con rammarico si prende atto del contenuto del nuovo decreto di sequestro preventivo della struttura a distanza di due anni dal precedente provvedimento analogo poi revocato dalla Magistratura. Sarà affrontato il merito di ciascuna singola contestazione di reato – si legge nella nota – nella piena convinzione della legittimità dei provvedimenti amministrativi adottati nel corso degli anni e della perfetta buona fede degli amministratori della Gondar s.r.l.. Deve però ancora una volta constatarsi che il provvedimento cautelare interviene a ridosso dell’apertura della imminente stagione estiva ed a programmazione di eventi musicali e sportivi anche di livello internazionale oramai pressoché conclusa, nella amara prospettiva di conseguenze drammatiche per tanti posti di lavoro e più in generale per l’offerta di intrattenimento che la struttura nel corso degli anni ha garantito a migliaia di turisti ed alla popolazione locale".
"Ci viene contestato – prosegue – il rilevante carico urbanistico legato alla presenza di migliaia di persone attratte dagli eventi musicali e sportivi in programmazione, come se Gallipoli fosse meta così richiesta nel panorama nazionale esclusivamente per gli eventi che negli anni Parco Gondar (sito, lo si ricorda, a ridosso dello stadio comunale) ha ospitato. Ed allora si rinnova la fiducia nella Magistratura, nella speranza che possa prendersi atto che la struttura nel corso degli anni ha ottenuto, dalle più disparate autorità competenti, le necessarie autorizzazioni e provvedimenti per operare nella sicurezza e nel rispetto della legge. Concludiamo dicendo che 10 anni fa abbiamo visto in un vecchio parco giochi abbandonato e ridotto a discarica un sogno, quello di poter lavorare nella nostra terra aiutarla a crescere ed essere una fonte di cultura, turismo e lavoro. Siamo fiduciosi che si comprenda la nostra onestà e la nostra correttezza affinché questo sogno e questa opportunità per tutto il territorio non si fermi così".